Goliardia, Firenze e Banane

sdc_goliardia

Questo weekend, da venerdì a domenica, si terranno a Firenze le annuali Feste delle Matricole, organizzate dagli studenti universitari Fiorentini facenti parte dei diversi Ordini Goliardici.

Gli storici Ordini Fiorentini, a partire dalle 20:00 di venerdì 11 maggio, riuniranno in piazza Santa Croce studenti provenienti da svariate facoltà d’Italia, Francia, Belgio, Polonia e Germania. La festa, organizzata su tre giorni, toccherà svariati locali fiorentini, sia culturali che di svago, andando dal teatro Puccini alla discoteca Space Club.

Ogni studente universitario fiorentino può unirsi all’evento ed entrare a contatto con i valori e tradizioni goliardiche, che si propongono come mezzo per promuovere cultura, intelligenza e cura del proprio spirito, per generare un particolare modo di intendere la vita, alla luce di un’assoluta libertà di critica, senza alcun pregiudizio di fronte ad uomini ed Istituti.

La diffusione di questi valori avviene in modo goliardico, e quindi senza risparmiarsi su canzonature e scherzi che chi ha memoria del Conte Mascetti sicuramente gradirà.


«Mi piace.», dice Brodino Vegetale.

«Ma davvero riesci a farla finire sul giornale?», chiedo.

«Beh, ci provo, quest’anno voglio puntare molto sull’aspetto culturale.»

L’immagine di un’improbabile fusione tra duecento studenti universitari ubriachi e gli aspetti culturali mi solleva un sopracciglio, quindi è con innegabile sorpresa che due giorni dopo ricevo la foto del trafiletto: Brodino ce l’ha fatta.

Organizzazione del mondo ordinario pre-goliardico

 

Anche quest’anno ho deciso di partecipare alle matricolari goliardiche, con l’ambizione di prendermi una sonora sbronza accompagnata da una scopata studentesca, leggera, in queste che sono le ultime feste universitarie che posso legittimamente godermi alla soglia dei trent’anni.

Brodino Vegetale si occupa dell’organizzazione a sua maniera: il mio divano letto viene destinato a due ragazze tedesche, e la piazza libera nel mio matrimoniale (nessuna superficie orizzontale viene risparmiata) ad una francesina molto bella, la cui foto si rivela molto efficace nel motivare Victor.

– Giueeeeee, chi è questa?

– Il regalo di Brodino.

– Che bomba!

– Stai calmo, ricordati della festa dell’anno scorso.

– Ricordatelo tu, e vedi di non far cazzate stavolta. Mettiti da parte e lascia fare tutto a me.

Insomma, tutto lascia presagire per il meglio.
Poi però arriva il giorno della festa.

 

«Hey ciao.», mi dice Brodino.

«Hey, come va?»

«Bene, bene. Senti, hai presente la francesina che doveva dormire con te?»

«Sì, certo.»

«Ecco, si è rotta una gamba e non viene più»

«No.»

«Sì.»

«Porca puttana che sfiga, ma che cazzo, ma come è possibile, ma proprio ora?»

«Eh eh eh. Non penso che abbia deciso lei che fosse giunto il momento di rompersi una gamba sai.»

«Le altre due tedesche almeno vengono?»

«Sì si, loro vengono.»

«E come sono, le hai viste?»

«Sì.»

«… E?»

«Sono brutte forte e sono vegane!»

«Ma Gesù Cristo!»

«Dovrai trovartene una alla festa.»

– Rovinata, la festa è interamente rovinata, da tre donne a zero!

– Smettila di fare la checchina, è una festa universitaria, ce ne saranno altre. Andiamo all’avventura!

 

Esco di casa con metà del mio essere presa dallo sconforto e l’altra metà che sballonzola allegra nei boxer, lasciando al Pianista l’incombenza di accogliere le due ragazze tedesche e farmi sapere se Brodino aveva detto il vero.

 

 

Ho bisogno di vino.

 

La chiamata della Feluca e il superamento della prima soglia alcolica

 

Mi dirigo verso le palle di Dante in Piazza Santa Croce a Firenze.

So che oltre ai Goliardi ci saranno una manciata di Victorini che hanno accolto il mio folle invito e sono venuti in mezzo alla bolgia. Devo assolutamente avvisarli di non lasciare mai incustodito il bicchiere se non vogliono che qualcuno ci pucci il cazzo dentro.

Arrivato in piazza, non faccio in tempo a cercarli che Say My Name (aka, la donna che sopporta stoicamente Brodino Vegetale tutto l’anno) mi presenta una ragazza.

 

«Ciao PdV, come stai, ti presento Spompinabanane, è francese come te, ciao!», e se ne va.

La riconosco: è la vincitrice della gara di pompini alle banane dell’anno scorso.

 

«Ah ma tu sei quello del blog, vero?»

«Sì, sono io, e tu hai vinto la gare dei pompini alle banane l’estate scorsa!»

«Mi hanno detto che parli molto di figa.»

«Sì, ora però sai, volevo orientarmi verso tematiche più serie, tipo la deforestazione dell’Amazzonia o la fame nel mondo.»

«E annoveri già una MILF tra le tue conquiste?»

«Ehm…»

 

Non ho il coraggio di dirle che la Milf con cui sono stato io ha dieci anni meno di lei e che mi manca l’elasticità neuronale necessaria a farle rientrare entrambe nella stessa categoria, quindi uso la mia tecnica preferita per sfuggire alle conversazioni che non voglio portare avanti: lascio che il mio sguardo si defocalizzi in lontananza mentre ruoto lievemente il busto in una direzione a caso, cosicché che il silenzio e la disattenzione soffochino lo scambio di parole.

Quando rimetto a fuoco lo schermo, vedo Brodino che disegna dei segni tribali, col sangue, in faccia a Brontosbor – un Victorino di serie A che era anche alla festa all’Excelsior.

Scopro che Brodino si era tagliato il dito con il collo di una bottiglia di vino aperta a cazzo di cane, e aveva deciso di mettere a frutto il piccolo inconveniente mentre qualcuno gli procurava un cerotto.

Dopo aver benedetto Brontalort, il Sovrano della Goliardia fiorentina guida i presenti verso il ristorante che ha coraggiosamente deciso di sfamarci tutti quanti. Ci saranno si e no 180 persone, e la processione è decisamente scomposta, rumorosa e accompagnata da canti e brindisi. Risvegliati dal casino, altri Goliardi escono dai pub della zona aggiungendosi al gruppo, o vengono raccolti per strada, mentre suonano stornelli volgari alle turiste americane, che sorridono e cinguettano.

Lo spettacolo è impressionante: feluche variopinte, adornate di piume e trofei delle feste passate, lunghi mantelli con insegne dorate, spille dorate e insegne provenienti da tutta Italia vengono esibite da studenti e anziani per le viuzze del centro. Troppo eccentrici per non essere notati, troppi per essere considerati dei semplici matti.

Davanti al ristorante, che saggiamente ha scelto di lasciarci l’intero piano seminterrato, lontano dal resto della clientela, incontro Passera Sacrificale, il dono che Brodino mi aveva fatto l’anno scorso e che ero riuscito a non trombarmi perché sono un idiota.

 

«Ciao, come stai?», le chiedo.

«Benone, sto sempre bene in queste occasioni.»

«Io invece sto sempre in ansia.»

«Ma perché te devi ancora capire cos’è la Goliardia.»

«Probabilmente hai ragione.»

«Sai cosa stavo pensando?»

«Dimmi.»

«Immagina di rivivere questa stessa sera, ma l’anno scorso.»

«Scusa?»

«Sì. Immagina di rivivere questa stessa sera, adesso che ci conosciamo, l’atmosfera in cui siamo sommersi, la conversazione che possiamo avere adesso, ma l’anno scorso.»

«Non sono sicuro di aver esattamente capito quello che-»

«Hey, PdV, loro sono le tue ospiti!», esclama Say My Name, presentandomi le due ragazze tedesche.

 

Sono due maschiacci con le tette, iscritte all’Accademia militare di Monaco. Scendiamo insieme a prendere posto per la cena.

A questo punto non ricordo esattamente quanto abbia bevuto, ma ho memoria del vinaccio consegnato a ripetizione, in fiaschi di cui abbiamo abusato senza ritegno.

Il risultato di questa parte della serata è che negli appunti – scritti frettolosamente su Evernote per non dimenticarmi i passaggi salienti della serata – in questo punto esatto ho scritto: “C’è uno nudo, c’è uno nudo!”, e per quanto sia difficile dimenticarsi la vista di un uomo nudo al ristorante, non mi ricordo davvero un cazzo. Però se l’ho scritto vuol dire che c’era.

La mia memoria comincia a riaffiorare svariate ore dopo, in discoteca, quando mi ritrovo a trascinare in pista una tipina bionda con un lungo mantello verde che le arriva fino ai piedi.

– Sì, dai, è super carina, hai trovato la tua ragazza per la serata, ballaci!

– Ah, cazzo, le ho pestato il mantello. Aspetta, le faccio fare una giravolt- ah no, non può girare. Può a malapena muoversi in realtà con tutta questa roba addosso. Aspetta, forse riesco ad passarle un braccio intorno alla vita, sotto al mantello. Cazzo gliel’ho pestato di nuovo.

– Sei proprio un impedito, dalle un bacio!

– No siè, quelli col mantello son quelli importanti, non posso mica baciarla così, sai una sega se poi c’è una regola in Goliardia che se baci una di rango superiore poi devi passare la serata con una cannuccia infilata su per il culo. No no. Se mi bacia lei va bene, sennò puppa.

– Ma ti pare? Siete due giovani che ballano di notte, sotto un cielo di luci stroboscopiche, animati da fantasie, figlie del vino, che si fondono con le nostalgiche note di Avicii. Qui non c’è gerarchia che tenga, siete solo un uomo e una donna, e le uniche leggi che valgono sono quelle della natura.

 

Mentre Victor cerca di convincermi a fare qualcosa, la tipina si dilegua in anticipo dicendomi che deve trovare un pene per la sua amica. Un modo molto Goliardico di congedarsi.

Prima di potermi recare al bancone per sprofondare nell’alcol incontro Passera Sacrificale, che dall’anno scorso ha perso il secondo nome e guadagnato un mantello blu, il che la pone nella stessa categoria di quelle ragazze-che-non-ho-capito-bene-cosa-posso-fargli.

Per fortuna me lo fa capire lei. Lasciamo la pista insieme, e l’ultimo sguardo che lancio sulla folla in festa cade su Sborrorzorp che porta sottobraccio Spompinabanane.

Così si fa.

 

Un inno a quel particolarissimo sentimento che provi la mattina dopo una serata alcolica, e ti ricordi all’improvviso che la festa non è ancora finita.

 

Sabato mattina, orario indefinito, comunque molto molto tardi.

Apro gli occhi.

 

«Che ore sono?»

«Buongiorno!», dice Passera.

«Buongiorno.»

«Sai, devo dire che tu hai proprio un pene Michelangiolesco.»

«Scusa?»

«È una definizione che uso per descrivere i peni che trovo sentimentalmente belli da guardare, la uso di rado.»

 

– Dille di continuare.

 

«Ti ringrazio. Ti va di mangiare qualcosa?»

«No grazie. Posso fumare una sigaretta?»

«Certo.»

 

Passera fuma e scappa, raggiungendo gli altri Goliardi al parco in tempo per le Alcolimpiadi, io la seguo poco dopo.

I giochi si svolgono come di consueto nell’ambito di una manifestazione che permette di mettere in mostra virilità, forza, determinazione, tette e capacità di tracannare ingenti quantità di vino scadente.

Partecipo ad una gara di tiro alla fune, che vinciamo solo grazie alla potenza sovrumana di Sborzoton, ma non ci qualifichiamo per il round successivo perché sono tutti ubriachi e il gioco termina all’improvviso, per dare spazio alla Staffetta Alcolica.

Le ragazze, Muse della Staffetta Alcolica, posizionate in fondo ai 100 metri, mostrano fugacemente le tette ai corridori per segnalargli che devono bere e riportare il bicchiere alla squadra. I turisti nel parco guardano, senza avvicinarsi.

Una Goliarda mi passa accanto, scusandosi con non so chi a voce alta: “Scusa, devo andare a mettere i copricapezzoli ai bambini!”.

Io penso ad Azizibib. Forse questo è il momento e il luogo migliore per farle vedere una piccola parte di un dei mondi in cui vivo, e testare la sua reazione.

La chiamo.
Sapeva già tutto della Goliardia e della festa, le ho solo detto di venire.
Si presenta con mezza bottiglia di Jack Daniel’s.

 

«Se tu mi avessi chiamata prima, la bottiglia sarebbe stata piena.»

 

Compro due Coca Cola e ci facciamo un drink tremendo, ma che dopo la birra calda ha il sapore della Manna dal cielo.

Azizibib è bella, ed è senza insegne. Una civile in mezzo ai Goliardi, che non mancano di notarla appena la porto in mezzo al casino. Il Bardo, un bravo chitarrista romano reso malinconico dall’alcol, viene, si presenta, e le chiede se ha voglia di entrare in squadra con lui per il gioco dei palloncini. Azizibib accetta senza avere la minima idea di cosa stia per accadere, e dopo due minuti dal suo arrivo alla festa si ritrova a pecora sull’erba.

 

 

Dopo il gioco che ancora non ho capito in cosa consisteva, torna da me tutta divertita.

– Ok, francamente non me l’aspettavo così sciolta.

– Minchia, ti fa un culo come una capanna lei, in 5 minuti ha già familiarizzato con l’ambiente meglio di quanto tu non abbia fatto in due anni!

 

Vengo distratto dai miei pensieri da un Goliarda che mi chiede se può baciare la mia ragazza.

 

«Eh?»

«Ti va se do un bacio alla tua ragazza?»

«Chiedilo a lei.»

«Caaan I KISS you?»

«Sulla guancia!», risponde Azizibib.

«Macché sulla guancia, in bocca! Like this.», dice il Goliarda, prima di darmi un bacio a stampo.

 

– Bleargh, che schifo, ma che uomo sei, combatti l’invertito!

– Ma stai zitto, è solo un bacio a stampo. Finché qualcuno non cerca di infilarmelo in culo non è nulla di grave!

– L’ho sempre detto che sei gay.

 

«Visto? Un bacio.», spiega, e poi dà un bacio in bocca anche a lei.

In quel momento una voce femminile si leva dalla folla di feluche: «Allora ragazzi, chi partecipa alla gara di pompini alle banane?»

«Azizibib, vuoi partecipare alla gara di pompini alle banane?», chiedo in modo divertito e retorico, ipotizzando che ormai fosse sconvolta dagli eventi e si rifiutasse.

«Ok!»

 

– Eh??

– Ahahahah che donna!

 

La gara di pompini alle banane, rigorosamente incappucciate in preservativi dell’Esselunga, è aperta a tutti, uomini e donne. Quest’anno si candidano una decina di persone, fra cui Spompinabanane, che con un sorriso beffardo guarda gli sfidanti, convinta che non abbiano alcuna chance di vittoria.

Una Goliarda apre le danze con un veloce deepthroat eseguito con garbo d’innanzi alla giuria, composta da nobili Goliardi, che osservano l’esecuzione del gesto con occhio clinico mentre i loro lunghi mantelli ondeggiano nella brezza pomeridiana.

Il voto viene annotato pubblicamente su un quaderno: è un 9 pieno.

Poi si fa avanti un ragazzo. È un Goliarda polacco, con insegne e colori diversi da quelli italiani, ha i capelli scuri tagliati corti e uno sguardo vispo e tagliente tipico dei popoli dell’Est.

Il ragazzo rivolge lo sguardo al cielo e, con un unico gesto fluente e senza rallentamenti ingurgita la banana come un vero mangiatore di spade finché il gambo non rimane l’unica parte visibile del frutto.

Un boato di stupore e approvazione accompagna il suo gesto eroico, che si merita un altro 9 pieno.

Poi tocca ad Azizibib, che gode dell’enorme vantaggio di essere una nuova arrivata che coraggiosamente si sta per cimentare in una delle prove più impegnative di tutte le Alcolimpiadi.

 

– Vabbè, cucciolo, non riuscirà mai a fare un deepthroat alla banana, a me non li ha mai fa-COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?

 

Per la prima volta nella vita provo una particolare forma molto intensa di stupore che nasce nella zona anale e si propaga fino alle pupille, che si dilatano riflettendo l’immagine di Azizibib che ingoia quella cazzo di banana e poi la tira fuori con un filino di bava così perfetto che sembra dipinto dal Caravaggio.

– Sa fare i deepthroat e non me ne ha mai fatto uno…

Gioia e delusione nascono all’unisono e cercano di amalgamarsi dentro di me, ma sono come l’acqua e l’olio; riesco solo a provare un’emozione senza nome.

– Cioè tu hai scopato tipo venti volte con lei e non ti sei mai fatto fare un deepthroat e ora mezza Goliardia l’ha scoperto insieme a te che stai lì come un coglione con la mascella per terra perché non hai mai avuto le palle di dirle una cosetta romantica tipo che le volevi scopare la faccia come ti ho suggerito un sacco di volte e adesso ti ritrovi come un pirla a considerare non solo tutto il tempo che hai perso ma anche la tua totale assenza intrinseca di palle e la tua incapacità di portare una donna ad esprimere il massimo della sua porcaggine nonostante siano ormai anni che cerco di istruirti a tirare fuori quella parte di te, che poi sarei io, in grado di concederti momenti di pura gioia e piacere carnale in questo mondo ormai del tutto privato della sua spiritualità in cui tanto vale divertirsi fintanto che ti è possibile.

 

Il cazziatone di Victor viene sommerso dagli applausi dei Goliardi che accettano Azizibib come una di loro e danno un 9 anche a lei.

Inizio a pensare che siano semplicemente troppo sbronzi per dare voti diversi dal 9.

Spompinabanane non si dà per vinta e conclude la gara inscenando una vera e propria performance dove sbuccia la banana e letteralmente la ingoia in un sol boccone, gettando a terra la buccia vuota. Vince per acclamazione popolare.

Mi porto via Azizibib.

 

«Non sapevo che facessi i deepthroat.»

«Nemmeno io.»

«Penso di amarti.»

 

Restiamo un po’ a bighellonare per il parco, mentre Goliardi di 80 kg invadono i tappetini elastici per bambini, o saltano sulle macchinine a scontro e si danno battaglia brandendo lattine di birra nella mano che non regge il volante.

Sborzont mi passa accanto con una ragazza in spalla e se la deposita comodamente sull’erba come un vero cavernicolo.

Mi pare se la stia cavando pure lui.

Un ragazzo col mantello di spugna rosa corre con una pistola ad acqua a forma di pene schizzando in faccia a chiunque si trovi sul suo cammino.

Qualcuno fa acroyoga cercando di non vomitarsi addosso.

Un carrello della spesa pieno di vino e birra corre su e giù per l’erba dissetando i sobri.

Si respira libertà e fumo passivo.

 

L’incontro con la parte profonda della Goliardia.

 

Verso sera, tutto il gruppo sciama a teatro, per la parte più seria della festa. Io onestamente non so cosa aspettarmi. Cosa mai potranno combinare questi matti in un teatro vero?

Arriviamo al Puccini e sorprendentemente lo trovo pieno di gente. Non so da dove arrivino tutte queste persone e riesco a trovare due posti liberi solo in piccionaia.

Francamente, mi aspettavo uno spettacolo ai livelli della recita dei ragazzini delle medie, dove sorridi per compassione o perché riconosci un amico vestito da albero. Mi sbagliavo.

Lo spettacolo inizia e gli attori sono così navigati, e indossano costumi così dettagliati, da sembrare professionisti. La trama è lunga e ben strutturata, ispirata a l’opera comica Gianni Schicchi, di Giacomo Puccini, ma rivisitata in modo goliardico e divertente.

 

La performance è pazzesca, ma allo stesso tempo cazzara: ad un attore che si è dimenticato una battuta, qualcuno ha lanciato il copione in testa da dietro le quinte, e non sono infrequenti gli sfottò e le battute del pubblico, che però, rispetto alla bolgia delle Alcolimpiadi, si è trasformato.

È pieno di gente in abito da sera – al punto che io mi sento in imbarazzo per non essere andato a casa a cambiarmi – solo che ridono tutti allo stesso modo quando gli attori fanno battute toscanacce che mi hanno ricordato tanto il Monni e il Ceccherini dei tempi d’oro.

Alla fine dello spettacolo, tutto il teatro si alza in piedi e seicento voci si uniscono in coro per cantare l’inno Goliardico “Gaudeamus Igitur”.

La tradizione prevede che un Goliarda tenga una mano sulla sua insegna, e quando vedo un distinto signore di cinquant’anni che sembrava lì per sbaglio, in giacca e cravatta, che tende la mano verso l’insegna di un ragazzetto con una coroncina di cazzi in testa per cantare insieme a lui a squarciagola, qualcosa fa click dentro di me.

Prendo Azizibib e, dopo aver salutato un po’ tutti quelli che ci capitavano a tiro, ce ne torniamo a casa a bordo di quelle biciclettine cingalesi che sblocchi col cellulare.

 

Normalmente, andando e tornando da una festa goliardica, mi sono sempre tolto l’insegna (una grossa collana con un’insegna tonda che raffigura un giullare versione femmina) perché pensavo: “Son ganzi, ma si vestono davvero in modo troppo ridicolo.”

Questa volta invece, quella collana ridicola, l’ho portata al collo con fierezza.

E chi non capisce, cazzi suoi.


P.S.

Se sei uno studente universitario, adesso ti trovi davanti a due scelte.

La prima è la scelta del timido popparuolo: lasciare che tutta questa storia rimanga una visione folle che hai avuto un giorno mentre cagavi e leggevi SdC.

La seconda è la scelta dell’audace randello: provare ad entrare nel giro di feste universitarie più figo d’Italia (non prendono tutti in Goliardia).

Per me la scelta è OVVIA.

Le serate goliardiche sono dei festini riservati agli studenti universitari che si sviluppano tra i fumi dell’alcol, onorando antiche regole maschiliste e inneggianti al sesso occasionale.

Cos’hai di meglio da fare il sabato sera? Netflix?

Clicca qui e presentati dicendo la tua città e la tua facoltà:

https://www.facebook.com/profile.php?id=100007880268687

Ci vediamo alla prossima festa.

busta150

La Posta del Pene

Una mail al giorno, dal lunedì al venerdì, per allietare le tue pause al cesso.

guest
17 Commenti
oldest
newest most voted
Inline Feedbacks
View all comments
LordLordo
LordLordo
5 years ago

Brontosbor vince su tutto!

Disco Inferno Trin Laden Incenerito e Risorto Ayat
Disco Inferno Trin Laden Incenerito e Risorto Ayat
5 years ago

Ciao.. Sono Disco Inferno.. uno degli organizzatori e attori del sabato sera al Puccini.. Alberto il GM mi ha fattno leggere per caso il tuo blog.. Venerdì 22 Giugno vieni a cena a con noi al ristorante la Certosa a festeggiare la buona riuscita dell’Operetta? Porta anche Spompinabanane.. Ti aspettiamo!! Per i dettagli senti il GM…
Gaudeamus..

Disco Inferno Trin Laden Incenerito e Risorto
Disco Inferno Trin Laden Incenerito e Risorto
5 years ago

Ciao Sono uno di quei pazzi che ha organizzato e recitato l’Operetta del sabato sera.. Alberto il Gm mi ha fatto leggere il tuo blog.. Venerdì 22 Giugno facciamo una cena per festeggiare il successo dell’Operetta.. Ristorante La Certosa.. per i dettagli sentiti con Alberto.. porta Spompinabanane!
Gaudeamus..

Proprietario di Victor
Proprietario di Victor
5 years ago

Vengo, vengo!

Biondina
Biondina
5 years ago

Uuuuuuuhhh, ti stai innamorando!

SgranocchiaPassere
SgranocchiaPassere
5 years ago
Reply to  Biondina

Chi non è innamorato dei deepthroat?

Vichingone
Vichingone
5 years ago

Ma come mai questa cosa che mi dai un soprannome diverso ogni volta?
Vuoi proteggere il mio ano-nimato?

Proprietario di Victor
Proprietario di Victor
5 years ago
Reply to  Vichingone

La privacy prima di tutto xD

Say my name
Say my name
5 years ago

Comunque i preservativi erano del Penny, quelli dell’esselunga costavano troppo!

Fiöla
Fiöla
5 years ago

Tutta la mia stima ad Azizibib!

ZuppaDiCulo
ZuppaDiCulo
5 years ago

Mi fai mancare la goliardia quando ti leggo… riesci a descrivere gli eventi quasi meglio di come sono gli in realtà…

Odino
Odino
5 years ago
Reply to  ZuppaDiCulo

Anche a me la fa mancare… bravo PdV, prima o poi gli studenti che non ne fanno parte capiranno cosa hanno perso

Brodino Vegetale
Brodino Vegetale
5 years ago
Reply to  Odino

la Goliardia è di tutti ma non per tutti :D molti nel vederla da fuori la criticano, una volta che ne fai parte capisci quanto in realtà ti faccia vedere il mondo in maniera diversa

P.S: next year cercheremo di fare una selezione delle persone da mandare a dormire dal PdV anzi che mandargli delle vegane cingolate… o forse no?

Proprietario di Victor
Proprietario di Victor
5 years ago

Andrà a finire che mi manderai altri maschiacci vegani per fare un dispetto al Pianista!

SiMuovonoInBranchi
SiMuovonoInBranchi
5 years ago

Cioè, ma siamo seri?

Mi sbrano il blog in due pause cacca e mi dici che ti metti a digiuno sessuale e alimentare?

E mo’ come faccio? Io che già pensavo a come scatenare il Panda e la Veneta per costringerti a scrivere…

Hai pure tentato di uccidere il Pianista mettendolo a dieta

Sei una brutta persona PdV

Belin

Banana33
Banana33
5 years ago

Ma son finite le storie del cazzo? Son quasi tre mesi che non ne posti una! E la posta del pene? È da luglio che non ne ricevo. Qui si rischia la de-fidelizzazione di centinaia di migliaia di milioni di miliardi di victorini! PdV dacci segni di vita, dai!

trackback

[…] madre di Azizibib ha ritirato su tutta la famiglia dopo che il marito aveva perso la casa al casinò e li ha resi […]

Potrebbero interessarti anche...

Spargi il seme di Victor!
Send this to a friend
Oh, ho trovato questa cosa da farti leggere: Goliardia, Firenze e Banane! Questo è il link: https://storiedelcazzo.com/goliardia-firenze-banane/