Ciao P.d.V.
Partecipo da quasi ultima al Decamerone Cazzone, perché in questa quarantena avevo circa 4000 ore di sonno da recuperare,
e ne ho approfittato.
Non so se è il tuo infinito Genio a dare un titolo ai capitoli, io ti propongo il mio racconto già titolato.
Superfluo dire che è TUTTO VERO.
Questa storia inizia nel modo più banale.
Con un match su Tinder a un riccetto moro molto carino.
Chattiamo.
“quanto sei figa”
“pure tu non scherzi niente”
…per accorgerci dopo pochi scambi che al di là di due bei musini
ci accomuna una certa ironia e vivacità intellettiva.
Bene.
“Ci vediamo?”
“ok. Aperitivo?”
“No. Casa tua”
Eccallà. Vabbè. Sono single, non trombo da un po’, questo è bello, intelligente e portatore di camice di medico veterinario, tieni, queste sono le mie mutandesu un piatto d’argento.
“Arrivo tardi. Ho il turno in clinica. Ma prima dimmi una cosa: stai scopando con altri?”
“Ma che domanda di merda è?”
“No, solo per sapere”
“Se partiamo che ci dobbiamo ancora guardare in faccia e già mi dai della zoccola, facciamo che non ci vediamo neanche e finisce qui”
“No. Ci vediamo. Arrivo appena posso”
Mi sale un incazzo cosmico. Alimentato da un ritardo che si fa più consistente di mezz’ora in mezz’ora.
C’ha un cane ricoverato e deve finire la flebo.
C’ ha dei proprietari a cui spiegare che la bestiola non ce la farà, e ci vuole delicatezza e tempo.
Gli manca un gatto miope che deve fare il laser, e le ho sentite tutte.
Arriva. Tardissimo. Sconvolto. Bellissimo.
Non ha ancora passato la soglia che mi fa uno scan totale e lentissimo.
Un secondo dopo sono attaccata al muro con la sua lingua in gola.
In tutto questo non ho ancora sentito la sua voce.
Con la testa sto tirando porconi vezzosi tipo Madonna Spigliata adesso chiamo i Carabinieri,
con la passera sto ballando la samba vestita di lustrini.
Vince la passera (che strano) e finiamo a letto. Ok, sono nuda sopra a un uomo sexissimo nonostante
la puzza di vaccino trivalente, ma sono ugualmente incazzata.
“Sei bello come un Dio. Ma sei comunque uno stronzo”, dico cavalcando selvaggiamente, con il doppio intento di godermela e fargli male.
“Stai zitta e fammi guardare le tette”.
Comincio a tirargli degli schiaffi. Abbastanza piano. Ma rabbiosi. Questa cosa lo eccita. A me, che lui si ecciti, mi eccita da morire. Picchio più forte. A questo punto comincia lui a tirarmi schiaffi leggeri.
Una semibionda spettinata e rantolante che sbatte a morte un veterinario sudato, in un turbine di sberle.
Poi, a un certo punto, più per l’eccitazione che per le manate, comincio a sanguinare copiosamente dal naso. E stando io sopra, gli sanguino direttamente in faccia. Dopo tipo 20 minuti che ci eravamo visti per la prima volta. A uno che si schifava se scopavo degli altri.
Muoio dentro.
Comincio a balbettare che “sono sana, ti giuro, non so come sia possibile…”
Zompo in bagno a prendere qualcosa per pulire il suo viso, il mio, il cuscino, e in questa scena surreale e splatter, lui non perde l’eccitazione.
Buttati gli asciugamani in lavatrice, torno a letto, contrita come mai nella vita.
Trovo lui, bello felicione, che mi fa capire che, essendo noi già piuttosto intimi, gradirebbe quello che a Bologna chiamiamo “un suppione”.
Cazzo. Mi vuole ancora. Quest’uomo è veramente ganzo. Mi applico al mio meglio, e sfoderando tutto il corredo genetico della mia bolognesità, gli faccio un sontuoso pompino. Che lui gradisce tanto. Tantissimo. Tantissimissimo.
Tanto che in preda all’estasi, mi afferra la testa e la spinge fortissimo infilandomelo in gola e tenedomi ben ferma per un bel po’.
Al che, gli vomito nell’ombelico.
L’insalata che avevo mangiato nell’attesa che facesse il laser al gatto.
E niente. E’ finita che abbiamo prima riso tantissimo, poi scopato tantissimo.
Ci vediamo da più di tre anni, in questo mood di “minchia se mi stai sul cazzo – quanto ti amo”.
In questa dinamica di Ti Lascio – Ti prendo – Mollami – Corri da me, che è diventata la linfa della mia vita.
Io un giorno ‘sto stronzo me lo sposerò.
[Jingle di chiusura:]
La storia t’è piaciuta?
T’ha fatto cagare?
Poco male, tanto la potrai votare!
[/Jingle di chiusura]
Illustrazione 16 del Decamerone Cazzone:
La sofferenza di Victor in quarantena
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Best storia letta fino a qua, sposalo.
Sottoscrivo,è amore tossico ma sempre amore
Sul “al che gli vomito nell’ombelico” ho sputato il caffè.
Gran storia, pollice su
Piango. Viva l’amore <3
Ho avuto i brividi. Sogno una storia simile
Mi hai fatto ridere e sorridere.
Bella storia
Ma sei CipCip? C’è posto per una sola maestrina bionda qui dentro! Ahah
Pensavo che su SdC ci fosse libertà di pseudonimo improbabile… Victor censura stocazzo
Per me l’hai cancellato da sola, per sbaglio, pigiando con quelle ditina microscopiche che ti ritrovi sullo schermo del cell. Non censuro il mio pene figuriamoci se censuro te!
Fantastica storia!
Le più belle storie d’amore nascono così
Anche la mia più o meno
E ci si viene sempre a riprendere