Di tutte le cose che potevo aspettarmi da un uso intensivo dei social per procacciarmi figa mai, e dico MAI, mi sarei aspettato di riuscire a rimediare una scopata grazie a LinkedIn.
Era proprio fuori dalla mia portata neurologica.
Eppure è successo, segno inequivocabile che esiste una qualche forza universale che, quando le cose ti vanno bene te le fa andare ancora meglio (e viceversa che, quando ti vanno male, cerca di annientarti del tutto).
Comunque, per essere sinceri, non ho avviato una relazione epistolar-sentimentale sul social network professionale più famoso del mondo con una ragazza sconosciuta partendo da zero.
Questa ragazza già la conoscevo, eccome se la conoscevo….
E’ la ragazza che mi ha sverginato quando avevo 14 anni.
Ora vive in Cina e non la vedevo/sentivo da almeno 5 anni.
E’ quindi con molta sorpresa che mi accorgo di aver ricevuto un messaggio proprio da lei su LinkedIn:
(prego notare la forma stilisticamente perfetta del messaggio: breve, diretto, con quel nome puntato quasi a lasciare un alone di mistero, seguito da un femminilissimo xoxo* finale)
*xoxo, o xx, vuol dire “baci” nel telefilm Gossip Girl.
E’ con molta gioia che le rispondo Siiii!!! con tanti punti esclamativi e cuoricini, prima di notare che lei mi aveva scritto il 17 aprile e che io le stavo rispondendo a maggio.
Mentre avvio il programma neurologico ad esecuzione automatica farsene una ragione.exe, lei mi risponde che è ancora qui e che la proposta è ancora, ovviamente, valida.
E allora beviamocelo, ‘sto caffè.
“la maggior parte delle persone crede che l’istinto più forte sia quello di sopravvivenza, ma non è così. L’istinto più forte è quello di aggrapparsi a ciò che è familiare” – Virginia Satir*
*Giuro che questa citazione ha un senso nell’ambito della narrazione, poi forse lo spiegherò, forse no.
Ci troviamo di giovedì sera davanti ad un vinaino in santo spirito, molto intimo e carino. Pochi tavoli, musica soft, candele.
Beviamo e chiaccheriamo, siamo sciolti e entrambi molto contenti di rivederci.
Passiamo la serata a raccontarci gli ultimi anni di vita, e ci sono talmente tante cose da dire e da sentire che io sto bene anche senza provarci e lei sta bene anche senza che io ci provi.
Va a finire che s’è fatta una certa, che le ho offerto un bicchiere di vino e un tè ultracostoso, che l’accompagno allo scooter e che penso che, in fondo, una chiavatina non ci starebbe male.
Problema: durante tutta la serata non ho accerelato, mai. Mi sono comportato proprio come mi sarei dovuto comportare per godermi una rimpatriata con una vecchia amica, e non come mi sarei dovuto comportare per godermi una rimpatriata con una vecchia amica con finale sotto le lenzuola.
A questo punto non mi rimane altro da fare che affidarmi allo Spirito della Botta di Culo.
Spirito della Botta di Culo (nome, m.) (pl. -i) (gr. Πρίαποςulo) (d’ora in avanti abbreviato in Spiriboculo): divinità antichissima, già celebrata ai tempi dei Greci in quanto emanazione terrena della volontà del Dio Priapo.
Nella sua accezione più moderna, è quell’insieme di pensieri che ti fanno sperare che, nonostante tu abbia eunucamente chiaccherato con la ragazza per più di 3 ore, tenendo le mani sempre lontane dalle sue tette, lei mostri (dal nulla) un evidentissimo segno di disponibilità a fine serata e che ci scappi un bacio sotto la porta di casa (come nei migliori film americani anni ’80) e a seguire magari anche un pompino.
So benissimo che quando si manifesta lo Spiriboculo significa che ho sbagliato qualcosa nella gestione dell’appuntamento, ma siccome a quel punto cedere alle sue lusinghe neuronali è l’unica cosa che posso fare senza soffrire, mi pianto accanto al suo motorino e mi metto a guardarla.
G. apre il bauletto e gli fa vomitare fuori un padellino grigio tutto graffiato e una giacchetta di pelle beige che sembra nuova e molto morbita. Poi appoggia la giacca sulla sella mentre ripone borsa e cappellino nel bauletto (la vorrei quasi toccare (la giacca) ma mi trattengo) poi chiude il bauletto, dopo averci messo dentro anche la catena, facendo molta attenzione a non sciupare il cappellino e la borsa (penso che avrebbe dovuto mettere via la catena per prima, ma non le dico niente) e sale in sella.
Infine, si accorge che la sto fissando, sorride e mi fa una carezza sulla guancia.*
*La cosa pesa dello Spiriboculo è che a volte c’azzecca e quindi non te ne liberi mai.
Ci baciamo un bel po’, e ad un certo punto inizio a sentire quella sensazione “a sfumatura progressiva” che degrada un bacio-passionale-che-porta-al-sesso, in un bacio-su-un-motorino-che-non-porta-da-nessuna-parte.
<<Basta, così mi fai eccitare>>, le dico mentre mi stacco.
<<Beh, non credevo che fosse un problema>>, dice lei, dopo avemi sfiorato l’uccello per testare la mia sincerità.
<<Non lo è se vuoi che io ti scopi adesso e qui, sul tuo motorino, e che la telecamera di sicurezza di quella banca qui dietro ci faccia un filmino porno.>>
<<Ah ah no, non penso che sarebbe la cosa ideale!>>
<<Infatti, dai, ci rivediamo in questi giorni.>>
Un paio di giorni dopo le scrivo:
Hey, so di infrangere le regole del manuale del buon seduttore, ma oggi devo farti una proposta indecente, quando sei libera mandami un messaggio ;)
Quando mi arriva il suo messaggio di risposta la chiamo e fisso di pomeriggio per essere SICURO di avere abbondantemente il tempo di scoparmela a modino.
Il pomeriggio prefissato, facciamo un giro in centro, le offro un altro tè e le dico che ho speso di più per lei senza neanche farci sesso che per le ultime tre che mi sono scopato messe assieme. Questa volta non può testare la mia sincerità ma io spero che l’aver superato il test dell’altra sera mi dia un po’ di credito (in realtà non me ne importa poi molto, che lei mi creda, non so neanche perché gliel’ho detto).
<<Vorrei anche vedere, TI HO FATTO IO!>> dice lei.
Cazzo se c’ha la risposta pronta.
Strategicamente, il nostro giro del centro si sviluppa in modo da terminare vicino a casa mia, ma sul più bello scopro che lei se ne deve andare perché ha un altro impegno.
Victor non è contento.
– Piglia per il culo?
– Ehhh, che ci vuoi fare…
– DUE uscite senza chiavare?? E chi è questa, Adriana Lima?
– Non lo potevo sapere, dai, capita.
– Si ma ora abbozzala di perderci tempo cortesemente che ce ne sono altre di ragazze che hanno bisogno di me.
– Roger.
<<Sono venuta in treno perché la macchina è dal meccanico, mi riaccompagni alla stazione?>>, dice lei.
<<Ma neanche per sogno, guarda, vai tutto a diritto e ci sei, 2 minuti massimo>>, le rispondo.
<<Appunto! Se è così vicina mi puoi accompagnare, no?>>
<<Mi fa una fatica bestia, casa mia è proprio quì accanto e so che te la caverai anche da sola>>
<<Allora se non mi accompagni io non ti do neanche un bacino per salutarti!>>, dice lei.
<<Ok, niente bacino>>, le rispondo.
Mi avvicino a lei e la abbraccio, cingendola per la vita e sollevandola da terra. E’ alta poco meno di me quindi la presa è piuttosto complicata, ma funziona.
G. si affloscia come un gattino preso per la collottola.
<<E’ vero comunque, che oggi non ci siamo dati neanche un bacino>>, le dico piano.
<<Già, sei stato un po’ stronzo>>, risponde.
La rimetto a terra e la saluto.
Lei fa per darmi un bacio, ma la scanso con una mossa alla Matrix.
<<Avevi detto niente bacio>>, le dico.
<<Hai ragione, allora io vado>> dice lei, senza guardarmi negli occhi mentre se ne va.
– Ah ah ah ah, ho letteralmente sentito la sua autostima sgretolarsi!
– Sono stato abbastanza uomo?
– Sono fiero di te.
– Oh vediamo un po’ se la smette con questo atteggiamento da principessina sulla punta della cappella.
– Hai un’idea su come proseguire?
– Non ho solo un’idea, ho un intero fottutissimo piano.
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XXXXXX DI SICURO XXXXXXXXX :p
Ahahaha, davvero, quella frase verrà bandita dal mio vocabolario!
x bacio
o abbraccio
xoxo baci e abbracci
xx baci
Guarda ti vorrei dare un cinque per come l’hai salutata!
Respect .