L’inclinazione politica del glande – Decamerone Cazzone ep. 15

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Luglio 2016.

Esco da una storia importante che mi ha lasciato a pezzi, sparpagliati su continenti diversi. Dopo viaggi interni ed interminabili per ritrovarli e ricompormi, sto risalendo dal fondo ed inizio a respirare.

La salita è dolce, mi sto ripigliando ciò che ho perso in 5 anni di relazione. Leggerezza in primis.
Voglia di risvegliare l’appetito sessuale in secundis.

Siamo a Roma, fa caldo, sono single e spensierata. Dopo un salto al teatro di largo Argentina, saluto le amiche e mi dirigo verso un primo appuntamento. Sono in canottiera e jeans, non particolarmente curata ma conto sull’abbronzatura per camuffare il trucco sbiadito dato che sono in giro da ore. Mi piaccio, c’est ce qui compte.

Una giornata estiva, a Roma, dura 3 giorni. Se ti muovi da un punto della città all’estremo, anche di più. 

Ha deciso lui dove vederci, è una zona che neanche conosco, ma non ho impegni e non mi pesa spostarmi, anzi.

I romani nei fine settimana estivi spariscono. La città è animata solo da turisti e semi-disoccupati come me. 

Arrivata al civico concordato, mi accorgo che ci sta… il nulla. Una specie di boschetto malcurato e al buio. Bella deficiente, mi rimprovero. Mi sarò presa una sola? Lo chiamo. 

Ride, si scusa e si dice sorpreso che sia andata davvero. La sua attività è a due parallele, non si fidava a darmi il civico corretto. Ma sarà scemo? Mi raggiunge in 3 minuti.

Stupita da questa inversione di ruoli, ci scherziamo sopra, ci salutiamo e mi propone di spostarci in macchina in un locale li vicino. Mentre mi allaccio la cintura mi accorgo che mi sta fissando.

Ha un’arietta da stronzo che se la tira e mi da l’idea di uno troppo sicuro di sé, ma al posto degli occhi a due isole che compensano e che mi sorridono.

Mi dice “Sei una bella sorpresa, tu”. A bit too soon, but ok.

Divago. Capisco la diffidenza iniziale, non gli avevo manco inviato una foto nitida.

La bevuta al pub va come tutte le buone prime conversazioni che capitano con una persona che ti attrae e ti incuriosisce. Bella dialettica, sostiene lo sguardo, ci piace. Fuma erba. Ci piace un po’ meno. Faccio tacere la voce interna da perfettina del cazzo  

– Perché te ne dovrebbe fregare?  

 Eh, l’altro non fumava…  

– Ma che ragionamento è? Poi mica stai cercando l’uomo della tua vita. Leggerezza, abbiam detto.  

– Già.  

– Proviamoci, almeno.

Durante la conversazione non si avvicina fisicamente, ma non mi stacca gli occhi di dosso. È simpatico, interessante. Continua a piacermi. Quando ci rendiamo conto che si è fatto tardi e che in giro non c’è nulla di aperto, coglie la palla al balzo per proporre di spostare la conversazione da lui. Sono venuta fin qui e come minimo mi riaccompagnerà lui a casa, afferma anticipando le mie reticenze. 

– Volevi leggerezza, eh? Tiè, a casa di uno che conosci da tre ore. È abbastanza leggero per te?  

– È perfetto, mi rispondo scolandomi quel che è rimasto della mia birra ormai calda.

“Ne prendo alcune ghiacciate da un amico qui vicino”, mi dice. 

L’amico è un venditore bengalese alto 1 metro e 40, magro stecchino, proprietario di un alimentari. Si salutano come due fratelli. Fratelli adottivi, diciamo. Il mio date è alto, ben piazzato, camicia ben stirata. Scherzano con complicità. 

– Che carini, oh.  

– In effetti. La mia prima impressione era sbagliata. 

In macchina chiacchieriamo e continuo ad apprezzare il suo modo garbato, direi quasi elegante di rivolgersi a me. Arrivati davanti alla casa, si apre il cancello e mi accorgo che non è una casa, è una villa. Ci parcheggia dentro la macchina e andiamo nel piano dove vive lui, ai piani di sopra vive la famiglia. Il suo piano è un appartamento a tutti gli effetti, ha il soggiorno, la camera da letto, bagno e cucina. 

Superata la distanza imposta dallo stare in macchina, inizia a salire la tensione. Sono attratta, ma alla fine è il primo uomo che sto per baciare dopo anni di rapporto esclusivo, mi fa un po’ strano. 

– Paura?  – No, secondo di introspezione.  

– Hai visto quanto cazzo sono azzurri i suoi occhi? Introspettisci quelli.  

– Eh ma anche l’altro aveva gli occhi azzurri. E ora che ci penso anche quello prima. E quello prima ancora, e siamo arrivate al totale del campione. Abbiamo uno sfizio del genere razza ariana e non ne sono a conoscenza?!   

– Taci che si sta avvicinando. Introspezione annullata, distanza di sicurezza compromessa. I repeat, distanza di sicurezza compromessa! 

Mi riempie il bicchiere di birra e si allontana, false alarm. Si assicura che stia comoda e abbia tutto ciò che voglio. Non proprio tutto, penso, e rispondo mentendo. 

Si riavvicina e mi posa una mano sul fianco. Lentamente si avvicina anche al viso mentre la mano si incurva ed inizia a scendere direzione fondoschiena. Posa l’altra mano sul mio viso e parte un limone che mi riporta indietro di anni, alle prime cotte adolescenziali passando dal primo bacio sdraiata su quella panchina a mezzanotte a tutti quelli successivi, passionali, romantici, quelli prima di litigare, quelli dopo aver litigato, di consolazione, di goduria durante il sesso, dopo il sesso, baci di addio, di ritrovamento, di separazione…

– Ma che ti ha messo in quella birra?  

– È l’effetto novità dopo 5 anni, capisci a me. Sto chiudendo un cerchio.  

– Vabbè. Ora pensa a non chiudere le gambe. 

Bacia e mi tocca come ho bisogno di essere toccata in quel momento. Ci trasciniamo fino alla camera da letto. Il letto è un matrimoniale imponente, baciandomi mi fa curvare la schiena fino ad atterrarci sopra. Continuando a baciarci gli sbottono la camicia ed iniziamo a denudarci reciprocamente. Siamo troppo presi dalla foga per curare i dettagli. Fa per togliermi le mutandine quando mi viene un lampo in mente.

… Ora, preciso che non sono attaccata al cellulare, ne faccio un uso moderato e non so come mai mi è preso quell’impulso… Ma sta di fatto che mi fermo e gli dico che devo andare a prendere il telefono. L’ho lasciato nella borsa che sta nel soggiorno, cioè la stanza accanto. Dico che se dovesse squillare non lo sentirei. Non so chi cazzo avrebbe potuto chiamarmi una notte di luglio mentre vivo da sola e non rendo conto a nessuno, ma ho reagito cosi. Torno subito, gli dico. 

Mi prendo uno schiaffo sul culo per protesta, ridiamo.

Arrivata alla borsa, la prendo in mano e mentre inizio a cercare il cellulare poso lo sguardo su una foto appesa alla parete. È lui da bambino. Che dolcetto, guarda che guance! Sorrido. Cellulare trovato. Faccio per afferrarlo ma questa volta il mio sguardo torna su qualcos’altro che ha intravisto per tipo un nanosecondo, ma che non ha messo a fuoco. 

Lo riguardo. 

Lo fisso. 

Cerco di capire cos’è. 

E’ un rettangolo di 150x90cm che ricopre il centro della parete del soggiorno. 

Come ho fatto a non notarlo prima?

Lui esce dalla camera da letto, si appoggia allo stipite e mi guarda. “Allora?” chiede. Sorridente e a petto nudo, sembra un semidio greco che attende la sua musa per continuare a scop sfruttare l’ispirazione. 

Io sono in perizoma in mezzo al suo salotto, con una mano nella borsa e la faccia interrogativa. Sembra che abbia fumato al punto di avere i sensi rallentati. 

C’è un’informazione visiva che non riesce ad essere trasmessa ai ricettori sensoriali. 

– Sarò andata in cortocircuito?!

– Ci credo, c’è UNA CAZZO DI BANDIERA CON IL PROFILO DI BENITO MUSSOLINI APPESA ALLA PARETE !!!!

La sua voce mi riporta alla realtà. “Quindi?” interroga. 

Il mio semidio ha perso le sue sembianze. La mia mente sembra ripercorrere in veloce rewind tutte le tappe dal momento dell’ingresso in quella casa. Come cazzo ho fatto a non vederlo??!

“Cosa sto guardando?” gli chiedo. 

“Ah, quello?! Perché, questi invece non li avevi visti?” mi fa, indicando due specie di medagliere appese sull’altra parete, di evidente stampo fascista. 

La mia espressione facciale tradisce i miei pensieri e di colpo si trasforma anche la sua. Lo vedo che si sta rendendo conto, è impegnato nel suo proprio rewind mentale. 

Siamo due idioti con la faccia interrogativa, colti alla sprovvista da quello che era l’ultimo epilogo della serata che ci saremmo aspettati.

Dopo un po’ spezza il silenzio ed esordisce con un timido: 

“Ma perché, tu inveceee… ? “

“Eh, già. Proprio così.”

“Ah… Pensa.”

Fine.


Mi sembra appropriato completare questa storia con un’illustrazione pertinente:

È l’accoppiata giusta, no?

Alla prossima, Victorini.

Fra 3 storie il Decamerone Cazzone verrà chiuso e si apriranno le votazioni per miglior storia e miglior foto!

busta150

La Posta del Pene

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Biondina
Biondina
3 years ago

Ho letto la storia perché sono tornata per caso sul blog ma non mi era arrivata per e-mail, perché? le leggo sempre tutte non mi avrai buttata fuori vero?
comunque mi piace la storia, bello il finale aperto, che ti lascia decidere come vorresti che andasse a finire la storia… chissà che ha fatto la victorina! Spero che ci lasci un commento se legge, voglio sapereee

PdV
PdV
3 years ago
Reply to  Biondina

mandataaaaa, l’ho mandata stamattina :D

Brodino Vegetale
Brodino Vegetale
3 years ago

Non è arrivata neanche a me la Mail. Sicuramente il PdV è fuso dal troppo lavoro hahaha

Bella storia ma vogliamo sapere com’è andata avanti!!! Si è fermata sul più bello!!

Bella la foto, 3 masculi in quarantena il titolo? hahahaha

PdV
PdV
3 years ago

Penso che le victorine la nominerebbero: FINALMENTE DEI MASCHI

fratellomaggiore
fratellomaggiore
3 years ago

Peggio del calzino bianco…

PowerRangerRosa
PowerRangerRosa
3 years ago

Bella storia! Mi chiedo cosa avrei fatto nella tua situazione e non mi so rispondere!
Trattandosi di un appuntamento come dici in “leggerezza” magari ci si poteva lasciare andare mettendo da parte la politica, ma immagino sia molto complicato in casi estremi come quello che descrivi.

Cacciatorpediniere
Cacciatorpediniere
3 years ago

“Ariano curioso”…

Vagiullo
Vagiullo
3 years ago

Nel sesso è “rossi e neri tutti uguali”. Pure Nanni Moretti concorderebbe.
P.S. a me è arrivata la mail, ma ho la pausa cesso da lettura tardiva.

Condom
Condom
3 years ago

Quando non sei veramente preso e per di più in situazione psicofisica non di equilibrio può bastare un nonnulla a mandare a monte tutto. Un nonnulla davvero, avrei decine di esempi da riportare. Anzi, per arrivare a una regola generale potrei dire che più è perfettino/a il/la partner più questo nonnulla risuona evidente come una nota stonata a un concerto diretto da Riccardo Muti.
Sì ok, ma quando si vota?

Il mago di Aloz
Il mago di Aloz
3 years ago

Meno male che io sono moderato, né di destra né di sinistra : al posto di ciascuno di loro due sarei andato avanti comunque…

L'insonne TyleDurden
L'insonne TyleDurden
3 years ago

“Ma perché, tu inveceee… ? “
Invece cosa?
COSA PER DIO.

Tu invece sei democratica? Tu invece sei intelligente?

COSA AVRA’ VOLUTO DIRE?

In ogni caso mi dissocio dai commenti sotto, darla/o a un fascista è sempre sbagliato

Omelette
Omelette
3 years ago

Potrei capire se fosse stata più seria la cosa. ma se ti garbava e avevi voglia, che senso ha tutto ciò? Non penso vi sareste messi a parlare di politica durante la ficcatina e pare che la serata fosse andata anche bene. Finito ciao ciao e amen.

Cartizze
Cartizze
3 years ago
Reply to  Omelette

No no.. certe cose te la seccano e non riesci

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Oh, ho trovato questa cosa da farti leggere: L'inclinazione politica del glande - Decamerone Cazzone ep. 15! Questo è il link: https://storiedelcazzo.com/linclinazione-politica-del-glande-decamerone-cazzone-ep-15/