C’è un grande punto interrogativo nel mondo dell’imbrocco sciallo, introdotto nelle nostre vite dall’innaturalità con cui Tinder ci permette di fare conoscenza.
Un surrogato noioso, ma comodo, dell’approccio al bar, di cui Bro e Brodino sono ancora fierissimi difensori.
Il problema è questo: in chat c’è una fortissima componente passiva, che nasce quando lei smette di rispondere e sparisce nel nulla.
Molti ragazzi, affetti dall’infido morbo della paura di perderla, vanno full retard e iniziano nevroticamente a tempestare la tipina di turno con una fitta pioggia di messaggi viscidi e unticci.
Con questo atteggiamento però ottieni solo di essere screenshottato e sbeffeggiato pubblicamente dalla ragazza in questione, che ti usa per lanciare il messaggio: “mazza oh, guardate quanto so’ fica e quante attenzioni ricevo da maschi random che mi venerano in quanto oggetto sessuale” – così da aumentare la propria autostima e il valore del clitoride sul mercato azionario.
In questi casi, ad entrambi manca l’eleganza di non rivelare al mondo il frutto di certe emozioni di bassa lega.
Ci sono diverse cose giuste da fare – che non siano la pioggia umidiccia e bavosa di attenzioni non richieste – quando una tipina sparisce:
LA UNO: Riscriverle dopo un paio di giorni un messaggio allegro e per nulla risentito che resetti la conversazione (non puoi prendertela a male se una manciata di pixels con la figa smette di risponderti).
LA DUE: Dirle che c’è un evento figo in città, a cui tu andrai a prescindere da lei. Se viene con i suoi amici si fa una bella serata.
LA TRE: Dimenticarsi completamente di lei e della vostra conversazione.
Ce ne sono sicuramente centordici altre, ma queste sono le mie preferite.
LA TRE, nello specifico, è quella che il mio inconscio mi ha suggerito di usare con una tipina brasiliana.
Vedi, ho da poco completato un corso di Meditazione Trascendentale e adesso sono svuotato da qualsiasi conflitto interiore circa le piccole cose del mondo.
Le preoccupazioni degli esseri umani, ancora invischiati nei problemi legati alla loro caducità terrena e a quando sarà la prossima trombata, mi sono ormai estranei.
Sono un essere spiritualmente maturo.
Un fascio di luce che collega il pene col divino.
L’atteggiamento disinteressato di un architetto brasiliano di 26 anni con le tette più grandi della faccia non può certo turbarmi.
La prova?
La brasiliana mi lascia whatsapp.
Le invio un vocale.
Non lo ascolta.
Passano tre giorni.
Ancora niente.
Quando mi rendo conto di essere stato completamente ignorato, la mia reazione è quella calma illuminata di un Buddha.
— MA COME SI PERMETTE? CHE CAZZO MI LASCI IL NUMERO SE NON SEI NEMMENO CURIOSA DI SAPERE CHE VOCE HO?
— Relax, magari se n’è scordata e basta.
— No no no. È un vocale, capisci? Il primo vero passo in avanti in questa nostra relazione digitale verso un mondo fisico dove esistiamo realmente in quanto esseri in carne ed ossa. Non può non averlo visto, l’ha ignorato volutamente!
— Vabbè, chissene. Le tipe moderne messaggiano e basta, hanno quasi paura delle telefonate, scrivile un messaggino sciallo e via.
— GIAMMAI. Se ti spaventi per una telefonata devi andare affanculo, e se le scrivessi ora aprirei una danza dove sono io a rincorrere lei che se la tira e altre cose negative. Cancello la chat e la cancello da Tinder, così impara!
— Non imparerà una sega.
— E invece io la condanno a vivere per sempre in un tragico universo parallelo dove lei non è stata trombata da me!
— Oddio che punizione severa! Sento tutto il multiverso che trema ahahaha! No… non ci credo, lo stai facendo davvero? Fermo! Scrivile ancora!!
— Così è deciso.
Dopo circa dodici ore, la brasiliana, che chiamerò CandyCandyForzaBrazil, era diventata ormai un granello di polvere nel firmamento celeste della figa che avvolge il mio essere spirituale superiore e imperturbabile.
Poi lo sai che è successo?
Che tipo due mesi dopo Tinder ci fa “rivedere”.
It’s a Match. Lei mi scrive: “Hey.”
Le rispondo: “Hey, molto lieto di conoscerti CandyCandyForzaBrazil, sembri una persona così colta e interessante, lasciami indovinare… sei per caso un architetto?”
Lei ride.
Le mando un vocale su whatsapp, visto che avevo già il numero.
— Se non lo ascolta la cancello di nuovo.
— C’è un girone all’inferno per quelli come te.
Stavolta ascolta.
Usciamo a bere.
Primo appuntamento
CandyCandyForzaBrazil è arrivata portando con sé un misto di sensazioni.
Tre piccoli buchi di tre vecchi piercing, come minuscole lapidi a memoria di un passato remoto, accompagnano il suo unico neo sulla guancia destra.
Un tatuaggio scolpito in una favelas che raffigura La Muerte mi guarda, attraverso due orbite cave e nere, mentre si leva il lungo cappotto, scoprendo un abito elegante e due braccia interamente ricoperte di gioielli.
Ogni dito ha almeno due anelli.
Ad ogni suo movimento mi aspetterei di sentire il suono dell’oro e dell’argento che si schiantano, in un duello all’ultimo sangue per stabilire chi meglio riesce ad adornare quelle mani esili di chi non ha mai lavorato.
Invece ogni cosa sta al suo posto, in silenzio, composta.
Tranne lei.
Lei fa un casino della madonna, ride forte e ride spesso, facendo capire anche a chi non sia mai stato in Brasile cosa sia la Saudade.
La porto in un’enoteca nuova che ha un divanetto infrascato in fondo, completamente isolato dal resto del locale da una staccionata coperta di piante rampicanti.
Ti dà la stessa intimità del salotto di casa tua. È tipo il santuario del flirt.
Ogni sera molteplici maschi fiorentini sperano che la propria figa non ci metta trentasei ore a prepararsi e guidano con lo spirito di Vin Diesel sperando di arrivare lì per primi e inchiodare la ragazza su quel divanetto, da cui non si alzerà senza essere stata pomiciata in tutte le lingue rese accessibili dal Gin Tonic.
Ovviamente quando arriviamo noi è occupato.
C’è una coppietta di stronzi, avranno sì e no 19 anni, potrebbero copulare pure sul cofano di una Panda e non ho capito perché devono occupare il posto che serve a me per ipnotizzare una brasiliana indiamantata come una divinità azteca.
Ci sediamo in un posto strategico. Li osservo dalla trincea della mia guerra fredda alcolica. Posso aspettare più di loro.
Il luogo dove si svolge il primo appuntamento è fondamentale. Una stupida cena al ristorante, in mezzo ad altri cinquanta stronzi, separati da un tavolo ciclopico, un’invalicabile palizzata di grissini, una radio che ti confonde le idee con musica popolare neomelodica, le fiamme dell’inferno sotto forma di candele pronte ad incendiarti la barba se osi sporgerti per un bacio – tutto questo può rovinare la migliore delle intese.
Quando vedo i pischelli che si alzano, il cuore pompa sui quadricipiti per scattare verso di loro, ma dalla destra compare una coppia di vecchi in apparenza decisi a fottermi il posto! Col cazzo. Con uno sprint da calciatore imparato su Youtube scarto la vecchia malefica e conquisto il santuario del flirt.
«Hai dimenticato il cappotto all’altro tavolo.», mi dice CandyCandyForzaBrazil, ridacchiando dopo avermi raggiunto.
Lo recupero.
Ci siamo.
Ora, non ricordo esattamente di cosa abbiamo parlato. Tendenzialmente di stronzate divertenti mentre le guardavo le tette. Di stronzate divertenti per distrarre la mente mentre le mie mani partivano dalle sue, dagli anelli, per arrivare ai polsi, all’incavo del gomito, alla spalla sinistra, capeggiata da quel tatuaggio da liceale di cui si vergogna, al collo…
«Dammi un bacio.», le dico, interrompendola a metà frase.
— Toccale le tette!
— Troppo presto.
— Secondo chi? Toccale le tette! A 15 anni il bacio andava in contemporanea con la mano sul culo, i baci senza toccate erano illegali, cos’è cambiato?
— Che devi stare calmo.
Mi stacco prima io, lei di riflesso fa un lievissimo movimento di rincorsa verso di me e sento il calore del suo respiro sulle labbra.
Ci guardiamo negli occhi. La tensione sessuale si taglia col coltello.
La serata continua in modo molto piacevole. Il suo buonumore mi contagia e contrasta un pomeriggio passato a scrivere ascoltando musica depressiva.
Quando si fa tardi, tento una frase standard. Una di quelle frasi che m’han fatto trombare tante volte e quindi uso in modo meccanico.
«Senti, adesso hai due scelte.»
«Ah, solo due?»
«Sì, solo due. O ti riaccompagno a casa, e nulla, ti ho riaccompagnata e basta, oppure vieni da me, stiamo insieme ancora un po’ e magari ci beviamo qualcos’altro e fra un’oretta ti riaccompagno io in macchina. Cosa scegli?»
Questa frase, con lei, in quel momento, non aveva senso.
Avrei dovuto dirle: “Ora mi piacerebbe portarti da me, baciarti, infilarti le mani sotto la maglia e togliertela finalmente di dosso, ma è tardi, tu sei timida ed è solo il primo appuntamento. Torna a casa e ci vediamo un’altra sera.”
Sarebbe stato più elegante, temporeggiare.
E più sexy.
L’impazienza è cattiva consigliera e fa gonfiare il valore del clitoride sul mercato azionario.
Per fortuna lei aggiusta l’inflazione la sera stessa, scrivendomi un messaggio da sotto le coperte.
Le dico di cercare di non sognarci nudi.
Buonanotte.
Secondo appuntamento
La invito ad uscire di nuovo.
Diluvia.
Le offro una possibilità di scelta:
«Preferisci infradiciarti e baciarmi sotto la pioggia o venire a guardare un film da me sul videoproiettore?»
Sceglie la seconda.
Quando arriva, memore dell’ultima regola appresa in merito ai film da guardare con le tipine, metto I Guardiani Della Galassia 2, ordino finger food su Deliveroo e stappo un vinello accanto al divano letto già predisposto con coperte e cuscini.
Casa sembra il set di un film porno.
Ovviamente lei è venuta sapendo di essere già trombata e io penso che in questi casi dentro una donna nascano due persone diverse: quella che vorrebbe conoscere Victor e quella a cui fa paura il giudizio del suo Proprietario.
L’unico modo che avrei per convincerla razionalmente che non mi deve “temere” e non essere costretto a fare giochetti stupidi sarebbe leggerle per ore ed ore il mio libro e le mie storie finché non impari a conoscermi – via impraticabile.
Via praticabile: rifiutarla io per primo, con un gioco di bugie trasparenti, disattivando il suo filtro “ommioddio sono una troia!” e permettendole così di sentirsi libera.
Non c’è niente di razionale o sensato in tutto ciò, ma così è e così funziona.
Oltre ad essere un labirinto senza bussola, questa via presenta una difficoltà ulteriore: le sue tette sono veramente enormi. Sono in assoluto le più grandi che abbia mai visto e
— Toccale toccale toccale toccale toccale toccale
… c’è un parte di me che preme incessantemente per affondarci la testa dentro e soffocare in un mare di velluto tiepido e quindi, mentre baby Groot rompe il cazzo a tutti io decido di
— Toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale toccale
… fare una cosa che avevo visto fare una volta in un film, in cui un tizio strafigo ha dimostrato ad una tipina che se la sarebbe potuta trombare quando voleva, ma che era anche capace di aspettare, e quindi in pratica compie questo gesto, a cui ho sempre attribuito un significato simbolico molto forte, dove lui tende il dito indice e lo fa scorrere dal labbro inferiore di lei verticalmente giù, giù, giù, sempre più giù, passando in mezzo alle tette ma senza realmente toccarle, sfiorando delicatamente quel lembo di pelle che in pratica è un po’ come la Svizzera, territorio equidistante dai capezzoli e sessualmente neutrale, dando un grande display di autocontrollo e creando uno tsunami di emozioni che stravolge la psiche della femmina che si innamora all’istante.
Quindi io cerco di fare la stessa cosa, con lo stesso fare sexy e travolgente, solo che quando attraverso la Svizzera delle Tette, la tipina, non conoscendo la sua parte nel film, sussulta, provocando il movimento eccessivo delle tette che si richiudono tipo le acque del Mar Rosso sulla mia mano – cosa che giuro non era prevista – e io allora sorpreso da questo plot twist non reagisco con la freddezza necessaria perché c’è lì Victor che
— Toccale toccaleeeeeeee toccale toccale toccale toccale toccale
toccale toccale toccale toccale toccaleeeeeeeeeee toccale
… e le afferro il seno tentando di capire quanta percentuale resco a farmi entrare in un mano (circa il 30%).
«Maiale! Mi dice lei, dandomi uno schiaffetto sulla mano.»
Ridacchio, ci baciamo, mi mordicchia timidamente il labbro. È il primo gesto vagamente sexy che fa.
«Uoooohhh.»
«Che c’è?»
«Mi hai morso il labbro!»
«Sì ma piano, non forte come fai tu.»
«Wow, non credevo fossi capace di fare una cosa così sensuale e audace!», dico prendendola per il culo.
«Non voglio essere sensuale con te, non ancora.»
In effetti, mi sto infilando in un vicolo cieco: più ci provo, meno mi ci sta. Lei invece, mi sta facendo capire che le piaccio, ma che non mi vuole ancora scopare. Sta guidando lei il gioco, questo è un problema.
— Oioio, che palle! Sta vincendo la parte di lei che ha paura del tuo giudizio. Stupido, ci hai provato troppo e adesso si sente oggetto trombato e non persona trombante!
— Dai, scegli con quale altra bugia continuare per portartela a letto.
— Quali sono le opzioni?
— Lotta sul divano coi cuscini; dai fammi un massaggio tanto stasera non faremo sesso; voglio sentire che sapore hai ma ti prometto che io mi tengo i pantaloni addosso; tirarti fuori e vedere che faccia fa; oppure guerra di logoramento: se continuo a provarci per un paio d’ore alla fine scopiamo.
— Non ne va bene una. Stai giocando alla roulette. Potrebbe funzionare, oppure lei potrebbe avere ancora paura che tu possa ritenerla una troia e non ti ci starà mai. Devi prima riprendere le redini della serata e farle capire che sei TU quello che potrebbe trombarla ma non lo sta facendo.
— E come faccio?
— Appoggiaglielo e dille che non lo può usare.
Questo è uno di quei momenti dove, se sminchi, mandi a puttane tutta la serata.
Il cuore sale in gola, lo stomaco cerca di uscire dal buco del culo. In quel vuoto che si crea al centro del mio corpo, nasce il coraggio ignorante di rischiare in ceffone in nome di una sana trombata allegra.
Le prendo una mano e la porto in dono a Victor, da sopra i pantaloni.
Detta così suona quasi bene, ma in pratica mi son preso la minchia da solo usando la sua mano come se fosse una presina da forno.
Non mi ferma.
«C’è una parte di me che sta cercando di sfondarmi i pantaloni per conoscerti.», dico, poi le tolgo la mano prima che possa farlo lei. «Ma ancora non ti sento pronta, quindi aspetterà.»
Le sue pupille si dilatano alla stessa velocità con cui le tette avanzano verso di me, spinte dall’aria che le riempie i polmoni con un leggero sospiro.
Le rimetto la mano dove l’avevo presa e torno a guardare il film da sopra la sua spalla, a cucchiaio, come se niente fosse, come se le avessi semplicemente scritto una dichiarazione innocente su un foglio di carta e testosterone, senza richiedere risposte o reazioni.
— Lasciala fare, se ti bacia lei è fatta.
— Vediamo.
Quando il piccolo Groot fa esplodere il cervello allo stronzo, CandyCandyForzaBrazil si gira, mi bacia e infila una gamba in mezzo alle mie.
Invio una piccola truppa di cinque dita in avanscoperta sotto al suo vestito. Dopo cinque minuti, tornano con buone nuove: la via è libera.
Finiamo a letto e per la prima volta rimango davvero stupito nel vedere le tette di una ragazza.
Cioè, sono rimasto stupito svariate volte, per la perfezione delle forme, per la disposizione divina dei capezzoli, oppure per il segno di un’abbronzatura che ti permette di valicare il limite fra il sacro e il profano con una consapevolezza aggiunta… ma non avevo mai visto due tette così grandi stare su da sole senza reggiseno.
Non le ho ancora chiesto di fare una foto col libro, cioè lei ancora non sa del blog o del fatto che sto decantando le sue tette nel mio diario, ma te immagina una settima, o un’ottava, con i capezzolini ritti che puntano verso il cielo, ignare degli effetti della forza di gravità.
Comunque sia, essendo un essere di luce con delle priorità ben chiare nella vita, prima di farle ogni domanda, scopiamo.
Quando scendiamo dal piano astrale per rientrare nei nostri corpi, parliamo.
«Scusa, ma come fanno a starti così su senza reggiseno?»
«Ah, è perché le ho rifatte!»
«Ahhh ok, ora capisco, però non si direbbe, non assomigliano a delle tette rifatte.»
«Forse è perché le ho ridotte e non aumentate.»
«Explain.»
«Le avevo molto più grandi prima, ma non potevo correre, non trovavo reggiseni della mia taglia.»
«Che terribile tragedia.»
«Scemo. Quando ne mettevo uno il cordino mi segava completamente la spalla, che mi faceva malissimo la sera!»
«Ma quindi… quanto le hai ridotte?»
«Non di moltissimo, però adesso sono molto più leggere perché una parte è stata sostituita da una protesi.»
Non si finisce mai di imparare.
Un Victorino mi aveva scritto nella Posta del Pene: Coltivatela bene la brasiliana che, se non è troppo di primo pelo, ti apre un mondo di tecniche chiavatorie di cui qui non se ne ha idea.
Aveva ragione.
Approvata cum laude,
soprattutto cum.
Ora devo solo trovare un modo per spiegarle tutto questo.
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CandyCandyforzaBrazil mi ha spaccato haha! interessante però, tra qui e il gruppo si dovrebbe discutere di più dei valori azionari delle relative armi legalizzate 🤔
Dovremmo istituire una nostra Borsa. Con tutti gli indici e gli anulari, senza bolle e con più squirt.
Parte 1: il tuo atteggiamento così disinteressato e indifferente nei suoi confronti è dovuto al fatto che avevi già messo la bandierina sul Brasile, vero? Non trovo altra spiegazione
Parte 2: era ovvio che aveva le tette rifatte. E’ una pratica molto diffusa tra le brasiliane
Parte 1) prima del sesso sono sempre disinteressato, ormai. Un tempo non era così, ma ora mi rendo conto che io e quella ragazza non siamo niente. È una consapevolezza troppo forte, basta che passi di lì un ex per perderla da un momento all’altro. Dopo che siamo finiti a letto invece, con un po’ di fortuna, può nascere un rapporto vero. Le bandierine sono un gioco, ma non vivo le ragazze in funzione alla mappa della figa xD
Parte 2) dici che devo chiederle se ha anche il silicone nelle chiappe?
Ciao PdV, lascio il primo commento, nonostante ti legga da un pò di tempo ed ho pure comprato il libro leggendario!
Ma ti giuro che non avevo nemmeno mai fatto caso al fatto che ci fossero così tanti commenti, e soprattutto soltanto stasera mi accorgo che a scrivere sono proprio i protagonisti del libro!
Le tue storie mi tengono compagnia nelle infinite mattine al lavoro, mentre stacco la spina tra salvare una vita e un altra (ma no, non faccio il chirurgo!)! I 10 minuti più divertenti della giornata quando sono in pausa caffè.
Per quanto riguarda la storia, ti devo rubare la frase ad effetto visto che funziona così tanto!
Per il resto continua così!
Hey :)
Questo blog ha quasi 2500 commenti totali, molti dei quali proprio di Brodino, Bro, Coinqui, il Pianista e altri personaggi del libro.
Tu continua a salvare vite, qualsiasi lavoro tu faccia, e io continuerò ad allietare le tue pause al cesso!
Grazie! Ma il gruppo Facebook dove lo trovo?
Il gruppo è segreto e si entra solo seguendo le istruzioni contenute nel libro Veni Vidi Victor ;)
Quando ti avevo anticipato che il corso di meditazione ti sarebbe servito, intendevo altro, ma it’s something. ;) Hai già notato che non serve a silenziare Victor, ma anzi a sentire quel che dice senza che però diventi immediatamente il TUO pensiero?
PS: A proposito di dita nella topa per vedere se è bagnata, quand’è che fai un post serio sulla nonconcordanza sessuale (magari con qualcuna delle psicologhe del gruppo)?
Ci sto arrivando, mi serviranno ancora diverse settimane di pratica ;)
Avevo fatto un articolo con la Patri sulle vagine strombazzanti l’anno scorso, ora dovrei chiederle se le va di farne un altro!
“in pratica mi son preso la minchia da solo usando la sua mano come se fosse una presina da forno”
Oddio sto ancora ridendo
Oh vedrai… Se voi donne non prendete l’iniziativa, l’omo dovrà pure inventarsi qualcosa!
[…] Power Ranger Rosa arriva a casa mia mentre ero in compagnia della tipina brasiliana. […]
ma che film è quello del tizio che passa il dito in mezzo alle tette?