Guida anti-femminista per prevenire la violenza sulle donne

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Ho sempre immaginato Storie del Cazzo come un luogo di cazzeggio incontaminato, senza tante discussioni, ma a volte mi arrivano dei messaggi che mi tirano fuori il porco dall’anima, tipo questo:

“Ma come cazzo fai a dire che le donne sono causa della condizione di violenza da parte dell’uomo? Il fatto che tu sia riuscito ad uscire a 14 anni da una situazione oppressiva ti fa onore e dimostra come tu abbia un sacco di palle, ma non ti deve rendere arrogante o farti sviluppare un atteggiamento semplicistico verso queste situazioni.

Ma tu sai cosa è la cultura dello stupro? La cultura maschilista che pervade anche le menti femminile? Veniamo educate in un mondo in cui è normale che gli uomini siano al potere. Al lavoro, in politica, in famiglia. Perché una dovrebbe ribellarsi a qualcosa che vede come normale?


Secondo te perché esiste il femminismo? Per rompere il cazzo a te? No, per diffondere la consapevolezza nelle donne che un’alternativa è possibile. La stessa cosa che hai fatto tu da solo: eri in una determinata situazione ma riuscivi ad immaginarti che le cose andassero diversamente e questa convinzione ti ha guidato nelle tue scelte e nelle tue azioni.


Dove le vedi tutte queste donne al potere o anche solo indipendenti ed autonome? Sono gran poche, come ammetti anche tu. E allora che esempi dobbiamo seguire? Non tutte sono istruite e leggono i libri di Chimamanda Ngozi Adichie, ma non significa che allora si meritino di stare con dei mariti del genere. Semplicemente va mostrato loro che certe cose non sono normali e possono essere cambiate.”

Questo messaggio mi è arrivato in seguito alla mia ultima storia e adesso io aprirò le porte dell’inferno.

Prima però devo chiarire una cosa fondamentale: esistono, nella mia mente limitata da uomo, 2 tipologie distinte di femministe.


Le F. Old School, che hanno combattuto battaglie importantissime su voto, aborto e libertà sessuale; tipo Simone Veil, che ha fatto legalizzare la pillola e l’aborto in Francia, lottando per anni contro una manica di coglioni che la volevano fermare.

Con loro vado d’amore e d’accordo. A questa categoria di femministe appartengono la maggior parte delle Victorine.


Poi però sono arrivate le F. New Age, il cui unico scopo nella vita pare essere quello di scassare la minchia.

Nello specifico, le F. New Age basano i loro ragionamenti su 2 principi sbagliati:

“Una donna viene istruita e plasmata dall’uomo e dalla sua cultura. Veniamo educate in un mondo in cui l’uomo (malvagio) è al potere.”

Nell’umile opinione del mio glande, questa è una stronzata.

Una donna, così come un uomo, viene plasmata dalla sua cultura solo nella misura in cui lo consente.

  • Sbrìnci è scappata in Francia a 19 anni, sottraendosi al volere del padre di tenerla “sotto controllo” nell’azienda di famiglia. Ora vive a Londra ed ha lanciato un progetto (dove è lei a plasmare l’opinione pubblica) che l’ha già esposta sull’Huffington Post e altri giornali.
  • S. se n’è andata in Germania e ora ha aperto una sua Srl, mandando a fanculo i desideri del nonno patriarca che aveva previsto per lei posto fisso, marito, figli e abbonamento a Vanity Fair.
  • Mia nonna, negli anni ’50, scappò dalla Sicilia perché la sua cultura le richiedeva di sposare il figlio di una famiglia scelta per condividere le terre. È stata ripudiata da suo padre, ma non plasmata.
  • La madre di Azizibib ha ritirato su tutta la famiglia dopo che il marito aveva perso la casa al casinò e li ha resi nuovamente ricchi, da sola.
  • La madre di Bro ha mantenuto lui e la sorella mentre studiavano a Parigi, la seconda città più cara d’Europa, mentre il padre non ha contribuito una sega.
  • G. ora vive in Asia ed è diventata agente per una serie di aziende europee che vogliono esportare laggiù, dopo aver sfanculato il suo fidanzato storico ultra-possessivo.
  • Beer & Wine (nickname con cui commenta qui sul blog) ha 26 anni, vive a Milano, guadagna 10k al mese e ha praticamente sempre mantenuto tutti gli uomini della sua vita da quando aveva 19 anni.
  • La settimana scorsa ho parlato su Skype con una cliente che vende servizi di formazione professionale alle donne e ha da poco assunto suo marito in azienda.
  • Potrei continuare ma su questo blog ci sono oltre 90 storie di donne che non rientrano in quella definizione, quindi la chiudo qui.

[Tutti questi personaggi sono presenti nel libro Veni Vidi Victor. Se sei nuovo è normale che tu non colga i riferimenti, perché che stai leggendo l’ultima puntata di una serie lunga 5 anni.]

Queste sono alcune delle donne della mia vita, che non si considerano femministe.


Sono, semmai, “antisessiste”: cioè donne che non hanno la percezione di sé come di un sesso debole che meriti chissà quale protezione speciale.


Hanno ampiamente dimostrato di poter alzare i tacchi e mandare a fanculo qualsiasi famiglia, città o cultura che volesse impedire loro di vivere la vita così come l’avevano immaginata.


Oggi nessuno in Italia vieta alle donne di studiare, diventare fortissime in qualsiasi ambito vogliano e avviare un progetto che le faccia guadagnare quanto desiderano e meritano.


Quindi accusare gli uomini perché “pervadono la mente” è un utilizzo sciocco del proprio tempo e soprattutto è un disastro a livello psicologico perché ti stai dicendo da sola che non hai controllo sulla tua stessa vita.

Viviamo in uno stato dove è considerato normale nascere e morire sempre nella stesso paesino di merda e ci dimentichiamo di vivere in un mondo dove è possibile spostarsi con un fottuto Ryanair a 30 € e risorgere a nuova vita, secondo le proprie regole.

A meno che tu non sia fisicamente rinchiusa in casa e legata con una catena come una schiava all’epoca del colonialismo inglese, se il posto dove vivi fa cacare e non te ne vai, la colpa non è del sistema; è tua.

Questo è il primo libro di una serie di favole della buonanotte per bambine, dove gli eroi sono donne, realmente esistite, che spaccano i culi ai passeri: da Frida Kahlo a Beyoncé.

Se hai una bambina falle leggere questo libro e non farla crescere con l’idea che “l’uomo al potere” la possa plasmare. Non è così.

Ma andiamo avanti.

La seconda assunzione sbagliata è questa:

“Quando una donna si trova in una situazione di violenza e abusi, spesso non se ne rende conto.”

Le femministe new age, vivendo nel vittimismo, propongono questa visione della donna che in pratica è un coniglio nano, indifeso e fragilissimo, che non è in grado di rendersi conto di quello che gli succede e va accompagnato per mano in ogni-fottuta-cosa.

Ma la verità è che nessun comportamento violento può “passare inosservato”.

TUTTO REGOLARE

Il problema vero è che molti comportamenti abusivi sono non-violenti e il ceffone arriva spesso meeeeeesi di vita di coppia in cui la ragazza ha chiamato “normali” tanti piccoli atteggiamenti che in realtà normali non erano.


Perché se un tizio vi tirasse una sberla al primo appuntamento, chiamereste la polizia per direttissima.

Ma se ve lo tira dopo che siete entrate in piena Sindrome di Stoccolma e l’amore artificiale che provate vi porta a scusarlo, a giustificarlo e a convincervi che “non lo farà più”, allora siete fregate.

Siete in trappola e magari avete anche paura di una sua reazione se doveste lasciarlo.


Questi problemi non hanno una cura efficace. I violenti non cambiano. È inutile cercare di sensibilizzarli.

Questi problemi hanno bisogno di prevenzione.

Bisogna cioè sensibilizzare le donne ad evitare i bulli dal primo istante, in modo che smettano di riprodursi e si estinguano.

Questo significa prendersi un minimo di responsabilità e accettare che la frase “se l’è cercata” in molti casi è vera. È brutta, ma è vera.

Della violenza sulle donne emergono sempre due dati importanti:


1) La stragrande maggioranza avviene in casa, dopo un periodo di convivenza.

2) Nella stragrande maggioranza dei casi, il colpevole è il compagno.

Ci siamo fin qui?

Quello su cui bisogna ragionare è il fatto che quegli uomini non erano lì per caso.

Quegli uomini erano stati scelti.

Dalle loro vittime.

Quindi, andando piano piano:


Se venite molestate in discoteca ===> calci in bocca al tizio subito e senza processo.


Se venite molestate in qualunque situazione da una persona con cui non avevate una relazione ===> calci in bocca subito e senza processo.


Se venite molestate in casa dal tipo con cui convivete ===> minchia due domande fatevele.


Quali domande?


Esempi casuali di domande che alcune donne dovrebbero farsi:

“Perché se un ragazzo mi porta fuori, si mostra gentile e non mi tratta come carta da culo io lo classifico istantaneamente come sessualmente innocuo e non gli apro le gambe prima del settecentesimo appuntamento, mentre i Monster Tamarrus me li trombo tutti alla prima sera nel parcheggio dietro casa?”


“Perché a scuola mi piacevano sempre di più i bulletti, un po’ più muscolosi, quelli che avevano manifesti eccessi di dominanza e o violenza verso i ragazzini più deboli e gracili?”


“Perché mi bagno sempre di più per gli ultras prepotenti, scemi come lammerda, con il bomberino della Lonsdale e l’Alfa con i led azzurri, rispetto agli uomini più tranquilli, che tendo a snobbare?”


“Perché la pericolosità potenziale di un maschio, che deve sembrare il corrispettivo nella vita reale di Brad Pitt in Fight Club, rientra fra i miei criteri di scelta?”

Il punto è che, nella società di oggi, un prevaricatore la piglia in culo costantemente, perché mica può menare il suo capo, il direttore di banca o il vigile che gli fa una multa… allora si sfoga la sera, quando torna a casa con i coglioni girati.


Questi sfoghi SI VEDONO.


Si vedono porca troia.


Il mondo è pieno di questi ometti di merda. Voi li sposate e poi incolpate tutto il genere maschile se un giorno al posto della TV tirano un destro a voi.


Uno che urla come un malato alla TV quando c’è la partita e lancia il telecomando per terra se perde la sua squadra.


Uno che prende a pugni le porte.


Uno che ti prende per il braccio e stringe forte.


Uno che spacca un piatto per terra quando si incazza.


Uno che quando siete fuori insieme e magari c’è un altro ragazzo che vi viene a parlare gli salta al collo come se lo volesse ammazzare, invece di dire tranquillamente che siete con lui.

Ah ma vi piace, avere l’uomo che spezza il collo a chiunque altro vi si avvicini, quando siete fuori.


Ma quando siete dentro? Quando siete in casa da soli? Chi è l’unica persona in vista con cui può sfogare la sua prepotenza?


Sei tu.


E allora maremma maiala puttana se ti metti con WAR MACHINE, finito 3 volte in questura, con i tatuaggi in faccia e un comportamento che disgusta ogni normale ragazzo sano di mente, di cosa cazzo ti stupisci?


Di-cosa-cazzo-ti-stupisci.


Stupirsi per un ceffone ricevuto in casa da un tamarro aggressivo è come stupirsi di un cancro ai polmoni dopo aver fumato per vent’anni.

Che poi scusa, ma quando un maschio si mette con una gallina rifatta che gli prosciuga il conto in banca e poi lo molla, voi non pensate forse che se la sia cercata? Non pensate forse che si capiva subito, che quella lì era una troietta che voleva solo sfruttare il pollastro di turno?

Certo che lo pensate.


È la stessa cosa al contrario, solo che voi rischiate di più.


Un amico che vi vede uscire con un prepotente ha esattamente le stesse preoccupazioni che avete voi quando lo vedete uscire con la Maialonka Pompilowa di turno.


Un maschio lo riconosce subito un bullo.

In ogni palestra di pugilato o di arti marziali che si rispetti, i bulletti che vogliono fare i grossi vengono sgamati subito e presi a randellate dagli istruttori finché non decidono di andarsene.

In carcere chi ha commesso violenze su donne o bambini viene messo in isolamento sennò lo inculano a sangue.


I vostri amici sono in grado all’istante di dirvi se quello che state frequentando è un coglione, perché quelli che sono violenti con i più deboli sono la feccia e siamo cresciuti imparando a non essere come loro.


Ah già… ma voi con i vostri amici non ci uscite più e non ci parlate più, perché il vostro uomo è geloso e non vuole.


Così dopo due anni siete completamente sole, vi siete bruciate la rete di supporto sociale, non sapete più come uscirne… e volete dare la colpa solo a lui?


Ma ‘nsomma.

Quello della violenza è nella stragrande maggioranza dei casi un processo VISIBILE, che inizia piano piano e di cui avete scioccamente ignorato i primi segnali.

Quali segnali?

Eccoli qua:

La guida di Victor per prevenire qualsiasi relazione abusiva e, in generale, evitare di perdere tempo con coglioni tamarri iper possessivi

Io ho una sorellina piccola.

Se qualcuno dovesse metterle le mani addosso io e mio padre finiremmo in galera.

Ho deciso di scrivere questo post pensando a lei, a quale atteggiamento vorrei trasmetterle e quali sono i segnali a cui dovrebbe prestare attenzione per sgamare subito le teste di cazzo e imparare a proteggersi da sola.

I principali, secondo me, sono questi:

Ti rompe il cazzo per come ti vesti quando esci a ballare?
Via dalle palle subito.


Ti rompe il cazzo per le foto che pubblichi sui social?
Via dalle palle subito.


Vuole che tu smetta di fare salsa, teatro, o di seguire una tua qualsiasi passione che ti piace da sempre, solo perché ti mette a contatto con altri uomini?
Via dalle palle subito.


Ti controlla il telefono?
Via dalle palle subito.


Ti impedisce di uscire con i tuoi amici maschi da sola?
Via dalle palle subito.


È contrario all’idea che tu possa fare carriera, guadagnare più di lui, viaggiare ed essere indipendente da lui?
Via dalle palle subito.


Spacca le cose in casa, urla senza motivo quando s’incazza, fa risse per strada?
Via dalle palle subito.


Cerca insistentemente di isolarti, tagliando i ponti della tua vita sociale, e aggredisce gli altri uomini che ti si avvicinano come un cane rabbioso?
Via dalle palle subito.


Ti stressa perché devi stare in casa a figliare / fare qualsiasi altra cosa che ti spetta in quanto donna, perché al suo paese si fa così?
Via dalle palle subito.


Ti sminuisce costantemente perché lui è il mega manager di Milangeles e tu non conti un cazzo?
Via dalle palle subito.

Non te ne vai?
Allora te la sei cercata.

E la scusa: “eh ma tu non sai quanto è difficile farlo…” è da paraculo.

Chi cazzo l’ha detto che dev’essere facile? Viviamo su un sasso che gira nel nulla su cui muoiono centinaia di migliaia di esseri viventi ogni giorno, e nonostante siamo la forma di vita più evoluta del pianeta troviamo comunque il tempo per fare cose stupide, tipo essere cattivi gli uni con gli altri e guardare uomini e donne.

L’universo non è indifferente, è attivamente ostile.

Non c’è niente di facile.

Quindi se le femministe new age la smettessero di giustificare le donne che non affrontano correttamente queste difficoltà e iniziassero a promuovere un messaggio di tipo diverso, che dice: “iniziate a prendervi la responsabilità della vostra vita e delle vostre frequentazioni, schifando le teste di cazzo” allora forse le cose nel tempo andrebbero meglio.

Il mondo è pieno di uomini di valore che vi lasceranno tutta l’indipendenza che desiderate e non si sogneranno mai di mettervi le mani addosso.

Smettetela di dare contro agli uomini cercando di “educarli” alla cultura dello stupro, per cui dovremmo sentirci in colpa in quanto diretti responsabili.

Così facendo rischiate solo di allontanare quelli normali, che non si sentono parte della “cultura dello stupro” manco per la cuffia del cazzo e in più otterrete zero risultati con quelli violenti, che tanto manco vi ascoltano.

Semmai, nel pieno stile del Victorianesimo, educate voi stesse e le altre donne a darla a quelli gentili, forti ma che non trasudano gelosia e pallottole da tutti i pori.

Questo è il segno più forte che possiate dare: trasformare questa lotta sessista in trombate allegre che sanno di libertà.

busta150

La Posta del Pene

Una mail al giorno, dal lunedì al venerdì, per allietare le tue pause al cesso.

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I Am Too Old For Thi
I Am Too Old For Thi
5 years ago

Proprietario di Victor la tocca piano.
Sediamoci comodamente in attesa dei prossimi commenti.

Spaturno
Spaturno
5 years ago

Tranquillo, siamo qua con i bastoni (verbali) per i rompicoglioni che arriveranno a polemizzare.

cipcip
cipcip
5 years ago

“Vestirsi male ed avere un pessimo rapporto col cazzo, mia cara, non c’entra niente col femminismo”.
Chi è femminista e non è d’accordo con la tua visione, semplicemente, non è femminista.
Certo, in quanto femminista (del cazzo) ci sarebbero delle precisazioni da fare: ad esempio, che NESSUNO vuole fare sentire in colpa tutti gli uomini per il solo fatto di essere uomini; il fatto di DENUNCIARE le cose che non vanno nella condizione femminile attuale non significa voler trovare delle scuse per perpetrare lo status quo, anzi! Certo, molto spesso “le femministe new age” sbagliano ad usare un tono troppo aggressivo nell’esprimere concetti veri e condivisibili mandando a farsi fottere tutto sul piano della comunicazione.
In ogni caso, sono d’accordo con te solo che – siccome noi donne non siamo mai soddisfatte e da quando ci hanno concesso la libertà di istruirci e di votare, non facciamo altro che rompere i coglioni – era mio dovere fare delle precisazioni! xD

cipcip
cipcip
5 years ago

OH NO! E ora come farò a dormire stanotte?!

Cianciolla
Cianciolla
5 years ago

Finalmente un altro che la pensa come me.

Da una vita sostengo che sia stupido cercare di fare prevenzione sui violenti (ergo persone malate). Ha molto più senso fare prevenzione agendo sulle donne.

Le femministe diranno: “Eh, ma sono loro le persone sbagliate, mica noi”

Le persone intelligenti invece accetteranno di percorrere la strada più efficace per perseguire lo scopo (visto che da questo punto di vista il risultato è l’unica cosa che conta veramente). E a tal proposito penso che la guida fornita dal PdV sia perfetta.

p.s. molto belle le domande che ogni donna dovrebbe porre a se stessa. Bellissimo pezzo PdV.

Pelucchino Von Matte
Pelucchino Von Matte
5 years ago

“PDV non è l’eroe che le femministe meritano, ma quello di cui hanno bisogno”

anal sorrenti
anal sorrenti
5 years ago

Chi pensa che le donne abbiano bisogno di essere difese sta implicitamente dicendo che le donne sono il sesso debole.

la colpa è dell’uomo -> la donna non ci può fare nulla -> la donna è inferiore.

fratellomaggiore
fratellomaggiore
5 years ago

Sciapò fratellino

Beer & Wine
Beer & Wine
5 years ago

Ma perché assumersi le proprie responsabilità quando l’intera umanità ti dà la possibilità di sederti col culo pesante e liberarti dal pensiero di essere pro-attiva nella risoluzione di un problema?

“Chiagn e futt” si dice a Bolzano alta.

Pdm
Pdm
5 years ago
Reply to  Beer & Wine

Scusi, lei è quella che mantiene la gente?

Beer & Wine
Beer & Wine
5 years ago
Reply to  Pdm

Si capiva che era l’esasperazione di un concetto, vero? Non è che uno deve spigarlo?

PdV
PdV
5 years ago
Reply to  Beer & Wine

Ahahahaahah

Calze a Righe
Calze a Righe
5 years ago

Bel pezzo. Sono le stesse cose che dico alle mie amiche (da uomo) e mi stupisce ancora come ci siano persone che non capiscono certi concetti (questi ultimi però sono amici di amici, non persone vicine a me. Tendo ad elevare la qualità dei miei rapporti sociali, sai com’è)

Ma comunque questa gente che mette meno ai commenti potrebbe anche argomentare
(Se ti senti chiamato in causa mettilo anche me ;) )

Nemo
Nemo
5 years ago

Not gonna lie, questa guida andrebbe pubblicata e distribuita a livello nazionale, per iniziare.
Poi si pensa alla traduzione in tutte le lingue conosciute.

PdV
PdV
5 years ago
Reply to  Nemo

La voglio in faroese! Secondo me quando quello che scrivi arriva ad essere tradotto pure in faroese hai vinto tutto.

Lolly Lorena
Lolly Lorena
5 years ago

Un grande articolo.
Chapeau.

Nanetta
Nanetta
5 years ago

Questo articolo mi è piaciuto tantissimo, soprattutto lo sprezzo del pericolo nel dire esattamente quello che si pensa 😜

Brodino Vegetale
Brodino Vegetale
5 years ago

Bravo PdV. Vedo con piacere che ti stai preparando a quando finalmente diventerai donna e ci sposeremo. Io non ti maltratterò, lo prometto. Gli unici schiaffi che ti tirerò saranno sulle chiappe 😂
Scherzi a parte, non cambierei nulla di ciò che hai scritto, ma aggiungerei qualche cosina alla lista dei segnali:
– Gli piace Justin Bieber, via dalle palle
– Ha il vizio di indossare i tuoi tacchi, via dalle palle
– Mastica a bocca aperta, via dalle palle
– Non riesce ad aprire il barattolo della marmellata, via dalle palle
– Dorme ancora con l’orsetto di pezza lurido e mezzo rotto con evidenti segni di coccolatus acutus, via dalle palle
– Non sa legarsi le scarpe, via dalle palle
– Se dopo avergli detto che leggi questo blog ti dice che sei una cretina o una troia, digli che va bene, ci pensiamo noi a cacciarlo dalle palle

Rossella
Rossella
5 years ago

Non sono d’accordo. Se compra Louboutin e gliele posso rubare, i tacchi sono ben accetti.

Avemundi
Avemundi
5 years ago

Brodino, il punto non era scegliere l’uomo perfetto, era scegliere un compagno che non fosse pericoloso. I tuoi sono normali difetti: i difetti rendono le persone simpatiche.

Vagiullo
Vagiullo
5 years ago

È tutto troppo semplicistico, l’unica parte ovviamente giusta è quella in cui le femministe sono delle idiote, anche se sbagli su quelle della “old school”: hanno fatto delle battaglie storiche, ma su l’odio per il sesso maschile o il trattare le donne come una casta sono perfettamente identiche a molte di adesso.

Vagiullo
Vagiullo
5 years ago

ALLORA AVRAI IL PIPPONE!
Troppo semplificato.
È colpa delle donne? Ovvio, perché complici nel lungo periodo, ma non è per questo che da persone qualificate vengono accolte con un “non è colpa tua”: questa frase dovrebbe voler dire semplicemente che la persona sbagliata è il violento (uomo o donna che sia), che lo è non sulla base della persona che ha di fronte ma perché quella è la sua indole, e che chi subisce le violenze non deve addossarsi delle colpe che la portino a pensare “Se mi comportassi in maniera diversa, lui non reagirebbe così”.
Chi subisce violenze dovrebbe sempre denunciare e allontanarsi, e se non lo fa legalizza quella situazione come corretta. E chi nega questo è un coglione.
Ma spesso il contesto non aiuta: se subisco violenze e i primi a dirmi che devo stare zitta e comportarmi meglio sono i miei genitori, non è facile; se mia madre in primis veniva picchiata da mio padre, potrei adirittura pensare che sia la norma; se poi ho in testa che ciò che diranno “in paese” vale tutto, e che il massimo a cui potrò ambire nella vita se andassi via è fare la lavapiatti o finire per strada, perché magari ho 30 anni e ho sempre aspettato l’uomo che mi campasse perché io da donna devo stare a casa, le forze per farlo vengono meno. Sono questi i contesti in cui reagire diventa difficilissimo (ed in Italia ancora esistenti) e diventa semplicistico dire un facile “è colpa tua”, oltre che dannoso per la vittima stessa, perché le toglierebbe quel minimo di forze trovate per parlarne.
È come andare da una donna musulmana appena arrivata in Italia, a cui è sempre stato detto che chi non porta il velo è una puttana che cerca e merita violenza (cosa che poi vedeva accadere nel suo paese), e pensare che in un attimo capisca che quel velo deve essere una scelta e non un’imposizione: lei aveva quasi sicuramente una tv ed internet, poteva scoprire cosa c’era oltre il suo paese, ma la realtà che vedeva fuori dalla porta era diversa e ciò che accaddeva a chi provava a ribellarsi terribile.
Ovviamente esiste anche la controparte maschile: se guadagnate meno delle donne, siete ancora uomini? Se non riuscite a dare alla vostra famiglia ciò che vuole, meritate ancora rispetto? Se preferite stare a casa a fare i casalinghi e i papà, mentre la donna lavora, davvero ritenete di avere una dignità? Se per le ragioni di sopra vostra moglie vi picchia, urlandovi che fate schifo, e voi per rispetto non rispondete, meritate di meglio? OVVIO, ma molti ancora non se ne rendono conto e sono vittime di queste pregiudizi da cui vanno aiutati ad uscire. Dovrebbero anche loro mandare affanculo genitori, fidanzata o moglie, e crearsi la vita che vogliono, ma non sempre ne hanno le forze. E se gli dici semplicemente “è colpa tua allora” quando te ne parlano, o quando aprono un articolo per curiosità sperando che possano trovare un’ idea di come uscire dalla loro situazione, li rigetti al punto di partenza, e non li aiuti.

Cicci
Cicci
5 years ago
Reply to  Vagiullo

Da femminista (che non risponde alla tua descrizione e che non ricambia l’antipatia), grazie. Nessuno dice che le donne non possano fare nulla e che sia colpa degli uomini cattivi, vogliamo solo tutelare le situazioni come quelle che hai descritto. E, non dimentichiamocele, quelle con seri problemi di salute mentale (la totalità delle situazioni di violenza che ho visto da vicino) e dipendenza emotiva che finiscono con narcisisti violenti altrettanto malati.
L’articolo di PdV sarebbe giusto in un mondo in cui la violenza sulle donne capita alla ragazza comune, ma vi assicuro che non è così. C’è quasi sempre di mezzo qualcosa di grosso (che è venuto prima della relazione abusiva, sia una situazione familiare o mentale) che ti blocca la via di fuga e richiede tempo per essere spostato. Lo stesso vale a sessi invertiti o in relazioni omosessuali.

Neuromante
Neuromante
5 years ago
Reply to  Vagiullo

Per prima cosa chiedo scusa a Michel se porto anche qua la “polemica” iniziata sul gruppo FB, copia/incollando quanto scritto là. Non lo faccio per darti contro, ma solo per arricchire la conversazione e il confronto (tanto abbiamo concordato che non siamo dello stesso parere e ci meneremo davanti ad un bicchiere di vino).
Ecco quanto avevo scritto io:
Visto che mi accusano di difenderti sempre, tanto per cambiare ti darò contro. Il tuo post, per quanto dica alcune cose giuste, mi sembra il tentativo di spiegare la teoria delle stringhe usando il pongo. Un punto in particolare mi ha colpito:
QUOTE
Della violenza sulle donne emergono sempre due dati importanti:

1) La stragrande maggioranza avviene in casa, dopo un periodo di convivenza.

2) Nella stragrande maggioranza dei casi, il colpevole è il compagno.

Ci siamo fin qui?

Quello su cui bisogna ragionare è il fatto che quegli uomini non erano lì per caso.

Quegli uomini erano stati scelti.

Dalle loro vittime.
UNQUOTE

Ti sei dimenticato solo un piccolo particolare: che quelle donne, nella maggioranza dei casi, sono morte perché hanno avuto il coraggio di lasciare il proprio aguzzino. Se una resta sottomessa in casa, avrà una vita triste, fatta probabilmente di violenze fisiche e psicologiche, ma difficilmente verrà uccisa. Quelle sfregiate con l’acido, uccise, bruciate, sono quelle che hanno avuto il coraggio di dire “basta”. Poi il silenzio delle istituzioni ha fatto il resto, lasciando la vittima da sola. E’ facile dire che con 30 euro ti compri un biglietto di Ryanair, ma vale anche se hai 50 anni, non hai un titolo di studio decente, se hai un figlio che non puoi portare via di punto in bianco (sarebbe rapimento) e se tutto il resto della tua vita si trova dove vivi? E’ giusto che l’unica soluzione per uscire dalla violenza sia scappare? Perché deve farlo la vittima? Inoltre, come dici anche tu, gli aspetti di una persona vengono fuori dopo un po’ di tempo. Quindi come si possono giudicare colpevoli donne che di punto in bianco passano dall’avere accanto il principe azzurro al lupo cattivo? Non regge neppure il discorso del “Ma te ne accorgi abbastanza presto”, perché quando uno ha problemi mentali come gli uomini in questione, anche qualche mese può giustificare il “diritto di possesso”. E come tu hai citato i casi delle tue amiche di successo, io te ne posso citare altri di ragazze che si sono trovate dall’oggi al domani in un incubo. Senza che gli amici le avessero avvisate, perché molte volte questi uomini in pubblico sono irreprensibili.
Quindi bel post nei suoi intenti, ma affrontato troppo alla leggera (mi dirai “Io sul mio blog affronto le cose alla leggera” ed io risponderò “E allora parla solo di argomenti leggeri”). Per me è no.
Una delle donne più straordinarie che io abbia mai conosciuto mi ha fatto notare, non troppo tempo fa, che chi ha un grosso seguito ha anche una grande responsabilità nel veicolare argomenti di questo tipo. Secondo me, tu non ci sei riuscito.

Le cose che hai detto sono giuste, però quando parlo di banalizzazione parlo di tutto quello he ci sta attorno. Tu citi l’esempio di Sbrinci, di S e delle altre. Però trovo sia molto diverso scappare da una famiglia che tenta di tenerti sotto controllo (o da un fidanzato) dallo scappare da un compagno che ti fa del male. Di solito se tuo padre vuole che tu entri nell’azienda di famiglia, in caso di rifiuto non ti sperona con la macchina e ti poi ti dà fuoco viva. Stessa cosa per la tua storia personale. Ci sono volute le palle per andarsene da quell’ambiente? Sicuramente sì e tanto di cappella (no, non è uno sbaglio), però stiamo giocando in due campionati diversi e forse neppure allo stesso gioco. Tu parli solo dei tamarri e dei bulletti, ma non pensi ai “normali”, persone insospettabili che agiscono solo al riparo delle mura domestiche, senza che nulla trapeli. Parliamo dello stimato professionista, del marito perfetto secondo le amiche di lei. Tu la fai sembrare come se questa gente andasse in giro con un adesivo sulla maglia con su scritto “Ciao, sono un coglione e ti menerò tra qualche mese”. Inoltre, come ti ho detto, non è sempre possibile alzare i tacchi, per nmila motivi, mentre nel tuo post sembra tutto così facile. La tua prevenzione funziona, ma per il 20% dei casi. Ci vogliono aiuto a chi vuole andarsene e interventi da parte delle forze dell’ordine e cose simili.

Nanetta
Nanetta
5 years ago
Reply to  Neuromante

Premesso che sono d’accordo con l85% di quello che scrivi , mi permetto di farti notare che hai mancato il punto, che è proprio quel „non erano lì per caso ma erano stati scelti „… che tu sembri voler ignorare o addirittura negare, continuando a parlare di questi „principi azzurri che si trasformano in mostri“ senza che ci siano state avvisaglie. Il punto del post secondo me era proprio fornire un paio di idee per individuare i futuri mostri.

G. B.
G. B.
5 years ago
Reply to  Neuromante

Neuromante,
grazie per questa tua risposta così esaustiva. Condivido ogni parola e non avrei saputo scriverlo meglio: l’articolo ha una bella verve e dice cose anche giuste ma la realtà è ben più complessa e diversa.
G. B.

Rossella
Rossella
5 years ago

In generale mi trovi d’accordo PdV, ma mi sembri un po’ mia mamma quando da piccola mi diceva “se ti fai male te ne dò sopra il doppio perché ti avevo avvertita” (Non l’ha mai fatto, non chiamate gli assistenti sociali 😂)
Mi pare un po’ semplicistico dire “se non hai le palle per uscire da una situazione di merda, allora te la meriti.”

Igor Stravizi
Igor Stravizi
5 years ago

D’accordo su molte cose, soprattutto su “Storie della buonanotte per bambine ribelli” (l’ho regalato a mia nipote), ma anche sui danni che la donna si procura quando si percepisce come sesso debole, fisicamente e psicologicamente, mettendosi in casa una guardia del corpo invece di un alleato per la vita. Non è vero però che non si possa lavorare sul cambiamento del maschio violento, esistono centri di ascolto dedicati.

https://www.corriere.it/video-articoli/2018/11/24/abbiamo-picchiato-nostre-mogli-oggi-siamo-cura-centro-uomini-violenti/633b1724-ecae-11e8-9cc0-d189758894d5.shtml

Certo, se lui si rifiuta di mettersi in discussione, “via dalle palle subito”. Peccato che questo spesso non basti, anzi può essere un fattore scatenante. Queste persone non accettano di essere lasciate, perderebbero il controllo, il “potere”. Fra cui c’è quello economico: in un mondo migliore le famiglie monoreddito non dovrebbero esistere, sopra una certa soglia.

Spartaco
Spartaco
5 years ago
Reply to  Igor Stravizi

No scusa, mo io non voglio esse polemico, ma a te te pre normale quello che ce sta scritto in questo articolo? “Mia moglie non voleva avere un rapporto sessuale e quindi l’ho menata”? Il fatto che quello la comsiderasse “sua” o che uno abbia paura di essere lasciato non giustifica un cazzo. Se te c’ha 25 anni, la donna tua resta incinta, non vuole abortire e te non ti senti in grado di essere un padre o un compagno, che cazzo de soluzione è picchiare la tua donna? Io onestamente me ne sbatto il cazzo che poi ci stai male, te stai bacato de testa, nel senso che la tua mente non è in grado di formulare un cazzo di pensiero coerente. Te non devi anda’ in terapia, perchè co na testa così non cambi, te dovresti sta dietro le sbarre a vita. Comunità di recupero un beneamato cazzo…

Spaturno
Spaturno
5 years ago

PdV, la Testa di Cazzo è come l’eroina. Fà figo all’inizio, e prima che te ne rendi conto non ne fai più a meno e ti ha fottuto l’esistenza e il cervello.

Faccia da Schiaffi
Faccia da Schiaffi
5 years ago

Di questi temi si parla spesso e davvero male sui social, tra chiacchiere da bar e articoli farneticanti di vagine incazzate, che invece di aprire gli occhi ed educare generano l’effetto boomerang di scontro tra uomini-orango e donne-chihuahua. Ecco la superficialità: usare uno strumento potenzialmente in grado di influenzare positivamente donne di ogni età per farle sentire compatite e dal destino truce piuttosto che spronate e a volte cazziate. E ti pare che uno dei pochi articoli concreti, esposti nella logica più lineare possibile (che è ben diverso da “semplicistica”) dobbiamo leggerlo sul blog del tipino che parla con il proprio pene?!?! Anche questa, ce la siamo cercata. Bravo PDV.

PdV
PdV
5 years ago

Much love biondina

LordLordo
LordLordo
5 years ago

La domanda sul perche’ alle donne piacciano i bulletti me la son posta spesso in passato, visto che caratterialmente ero (e sono) l’esatto contrario. Questo articolo mi e’ piaciuto e spero venga letto da tutte quelle ragazze che considerano un naziterrone stile Pisellino (vd storia precedente) un vero maschio da frequentare.
(Disclaimer anti polemica: sono terrone anche io).

Sulle feministe di ultima generazione ci sarebbe tanto da dire, vivendo io in un paese in cui questi soggetti “escono dalle fottute pareti”, ma mi limitero’ a condividere questa una perla uscita l’anno scorso per far capire che aria tira…

https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/feb/02/thats-patriarchy-how-female-sexual-liberation-led-to-male-sexual-entitlement

“As soon as older feminists had won sexual liberation, patriarchy reframed it as sexual availability for men”
“Young women are right to feel that destigmatised sex has enhanced their traditional patriarchal status as sex objects, not liberated them from it.”

So much per le trombate allegre che sanno di libertà…

_megga
_megga
5 years ago

Pdv la penso come te, gli uomini non diventano violenti di colpo, ma ci sono dei segnali che arrivano prima ma noi donne pensiamo di poterli migliorare ad ogni costo, siamo noi che ci svalutiamo e nella nostra insicurezza rimaniamo con quello che ci capita mentre dovremmo cercare quello che vogliamo. Io ho imparato che se alcune situazioni non mi piacciono o se non mi fanno sentire a mio agio, le evito. Donne nella vita ci vuole coraggio.

Laundau
Laundau
5 years ago

#questoèuncommentocagacazzo.
Io, e parlo solo per me stessa, in questo momento, sono pure d’accordo con te, in parte. Il punto è: io che mi considero una persona capace di gestire e dare alla propria vita la direzione che vuole, posso esimermi dall’empatia? Forse si, ma non so se voglio. Mettiamo caso che una persona che subisce violenze dal proprio partner arrivi in un centro antiviolenza, o qui, su questo blog. Ok, c’erano stati dei segnali, e probabilmente se ne doveva accorgere prima, con un po’ di cervello in più. Ma ora? Ora ha senso gettarle addosso un “te lo sei cercato?” Il senso di “vittimismo” aumenterebbe solamente, instaurando una spirale negativa che non farebbe altro che peggiorare la situazione.
È per questo che i movimenti “femministi” (che se son seri sono antisessisti) esistono: per fare rete. Rete di sicurezza per chi oramai nella situazione del cazzo c’è già, visto che non funziona come coi cavalli, che quando son malati tanto vale sopprimerli. E guarda che non sto parlando specificatamente di uomini o donne, perché la cultura sessista (e si, esiste! Il fatto di vivere in un bellissimo ambiente come SdC purtroppo a volte ce lo fa scordare) danneggia uomini e donne in modi diversi (visto che è sessista) ma ugualmente deleteri.
Quindi no, non mi trovi d’accordo col “te lo sei cercato”, semplicemente perché non aiuta nessuno, a parte, ovviamente, noi stessi, che rafforziamo la convinzione di essere migliori.
Pdv insomma, l’empatia non ce l’hai, probabilmente perché sei (giustamente ) orgoglioso dalla situazione del cazzo dal quale sei uscito tu, da solo. Ma non tutti ce la fanno. E la domanda è: li aiutiamo o li lasciamo a se stessi?

PdV
PdV
5 years ago
Reply to  Laundau

Le aiutiamo, ovviamente. Ma questa visione empatica diventa spesso giustificazionista. Io non ho parlato di mancare di empatia con chi soffre, ma di responsabilizzare le donne in modo che riescano a prevenire certe situazioni.

Cos’è meglio dire ad una ragazza che non ha mai sofferto: se soffrirai avrai una rete di supporto e tanta empatia; oppure: se ti responsabilizzi eviterai relazioni dannose?

Laundau
Laundau
5 years ago
Reply to  PdV

E siamo d’accordo. A parte che sarebbe una buona idea responsabilizzare PURE il ragazzo (o la ragazza) con comportamenti violenti (non dico nell’occhio senso di punire in caso di reato, ma educare proprio prima che il reato ci sia). Sono convinta che sia possibile, perché mi rifiuto di credere che ci sia un sesso (l’uomo, nella visione comune) che non si trattiene ed è un mostro da cui puoi solo imparare a difenderti. Quello che intendevo è che appunto, hai ragione, MA forse la dovevi toccare un po’ più piano ecco. Non ti dico di cambiare opinione, non lo fare mai, ma solo di tendere una mano, magari non per dare uno schiaffo morale. ;)

Cianciolla
Cianciolla
5 years ago
Reply to  Laundau

Laundau devi fare attenzione ad un concetto fondamentale: accettare il “te lo sei voluto” non ha lo scopo di aumentare il senso di colpa o di deprimere la persona.

Il vero obiettivo consiste nel riappropriarsi del proprio potere e delle proprie scelte.

In certe situazioni ci si puó sentire in balia del caso e della vita.

Se peró consapevolizzi che sono le tue scelte ad aver contribuito a creare una determinata situazione è a mantenerla tale, allora ti riappropri del potere delle tue scelte in generale.

Ti appropri del potere di cambiare il tuo futuro è di lasciare la persona violenta ripudiando una scelta fatta in passato e cambiando direzione al tuo futuro.

Certamente si parla di cambiamenti estremamente difficili e dolorosi, ma proprio per questo in determinati casi è necessario essere incisivi con la comunicazione.

Detto questo non perdere il senso di questo blog. SdC mostra un mondo dove il sesso (ma anche le relazioni) sono un qualcosa di libero dai pregiudizi e dalle false morali.

Poi se si tratta di aiutare concretamente determinate persone esistono dei professionisti esperti in questo ambito che sono certamente più competenti non solo del PdV ma soprattutto di qual si voglia femminista.

Che effetto dovrebbe provocare questo post se venisse letto da una donna vittima di maltrattamenti?

Un forte scossone, che magari possa svegliarla.

Spaturno
Spaturno
5 years ago

Faccio un’aggiunta a quello che hanno scritto Victor e il suo capo, su una metodologia che usano questi tamarridimmerda per tenervi al loro fianco. (Tutto quello che scrivo lo scriverò al femminile visto il topic, ma vale anche a sessi invertiti)

Il termine tecnico è GASLIGHTING, ed è una tecnica crudele e subdola di manipolazione mentale, che funziona benissimo.

Wikipedia dice: “Il gaslighting è una forma di violenza psicologica nella quale vengono presentate alla vittima false informazioni con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione. Può anche essere semplicemente il negare da parte di chi ha commesso qualcosa che gli episodi siano mai accaduti, o potrebbe essere la messa in scena di eventi bizzarri con l’intento di disorientare la vittima. Gaslighting è una parola di origine colloquiale e la sua etimologia è spiegata di seguito, ma il termine è stato anche usato nella letteratura clinica.”

Lo scopo è minare la vostra fiducia in voi stesse, la vostra sicurezza, quanto affidamento fate sulla vostra memoria.

Detto in parole spicce, se vi sentite rincoglioniti/e, insicure, dubitate dei vostri ricordi, sentite spesso lui dire “ma no amore, ti ricordi male”, probabilmente è gaslighting. Se lui fa stronzate, ma incredibilmente la colpa è tua, che te le sei cercate, o anche stavolta sei stata insufficiente per gestirle, molto probabilmente è gaslighting.

Di seguito alcuni esempi di gaslighting, tratti da un sito web a cazzo.

“ Scusatela, mia moglie è una deficiente!”

“ Sbagli sempre tutto! Non ne fai una giusta!”

“ Ma come non ti ricordi! Me l’hai detto proprio tu!”

“ Non me l’hai mai detto! Te lo sarai immaginato!”

“ Le tue amiche sono insignificanti, proprio come te!”

“ Se ti lascio rimarrai sola per tutta la vita!”

“ Tu non sei nessuno!”

Solitamente le persone che la praticano tendono a sembrare bravi ragazzi, affascinanti o manipolatori alla mr. Grey. Lo scopo ultimo è rendervi dipendenti da questa persona, che finirete per considerare l’unica persona di cui fidarvi, visto che non potete fidarvi di voi stesse. Se tollerate la cosa, la vostra consapevolezza della trappola sparirà, nel giro di qualche mese. Dapprima ci sarà una distorsione della comunicazione. Vi sentirete incapaci di capire e farvi capire dal partner. Secondariamente, appena iniziate a balbettare e biascicare idee, che verranno ignorate, avrete l’illusoria convinzione che le vostre capacità saranno in grado di “curare” il partner e risolvere il problema. Ovviamente questo farà solo il suo gioco. La terza fase è la depressione, e non ne parlerò, già avete idea di cosa sia, credo. Loro negheranno di aver mai fatto questa cosa a voi, e voi probabilmente gli crederete.

Michel, se vuoi farne un post, lascio a te l’elaborazione e mi tengo a tua disposizione come consulente.

Frilly
Frilly
5 years ago
Reply to  Spaturno

Un grande applauso a Spaturno, complimenti per l’analisi degna del migliore degli psicologi!E un grazie a PdV per averla condivisa nell’ultima mail,mi ero persa questa perla.

Spaturno
Spaturno
5 years ago
Reply to  Frilly

^_^

Rossella
Rossella
5 years ago
Reply to  Spaturno

Standing ovation e bacio accademico.

EMME
EMME
5 years ago
Reply to  Spaturno

Molto interessante, mi fa venire in mente un film che ho visto recentemente e che affronta proprio questo tema (attenzione c’è uno SPOILER): La ragazza del treno. Davvero molto interessante dal punto di vista psicologico la messa in scena della manipolazione dei ricordi e la conseguente auto colpevolizzazione della vittima.

Say my name
Say my name
5 years ago
Reply to  Spaturno

Cazzo mi hai appena fatto realizzare che ho conosciuto e frequentato (purtroppo) Mr. Gaslighting in persona!
Non era mai riuscita a dare un nome a cio che pensavo, grazie per avermelo fatto scoprire (non che serva a molto dato che penso siano davvero poche le persone che conoscono questa parola e il suo significato).

Spaturno
Spaturno
5 years ago

In un commento separato, le mie idee sulle motivazioni che tengono queste donne soggiogate da questi stronzi. Il discorso ha vaghe correlazioni con il BDSM, e una enorme importante differenza.

Partiamo dalla differenza: nel BDSM questo tipo di relazione è (dovrebbe essere):
1) consapevolmente vissuta da entrambi
2) limitata ad una dimensione per cui nessuno si ferisce emotivamente
3) revocabile da entrambe le parti
4) divertente
5) consensuale.

E ora il perchè.

Molte persone sono alleggerite nel momento in cui possono gettare sulle spalle di qualcun altro la responsabilità della propria felicità, o della mancanza della stessa. La sofferenza di un rapporto malato o qualche ceffone è per loro meno emotivamente pesante dell’ansia di dover gestire la loro vita e prendere decisioni come persone mature. Solitamente la cosa ricalca il rapporto figlio-genitore, senza tutta la parte sana sul far crescere e rendere indipendente l’altra persona.

Sono infelici, e sanno che è colpa sua, ma ci restano, come indicato nell’articolo.

Perchè?

Il mio dogma in merito, che per ora ha retto tutti i test sperimentali, è che

* Ognuno fa, in ogni istante, ciò che reputa ottimale per ridurre la propria infelicità. *

Lasciarlo ti fa più paura che restarci? Ci resterai. Troverai ogni scusa. “Eh ma se lo lascio mi uccide.” “Eh ma se lo lascio si uccide” “Eh ma riuscirò a cambiarlo” e son tutte puttanate ovviamente, lo sai benissimo.. ma sono confortanti, ti danno una buona scusa. Per cosa, chiederete voi?

* Il martirio è un modo che hanno alcune persone per sentire che l’universo debba loro qualcosa. *

L’universo, con ogni probabilità, scuote la testa e se ne sbatte il cazzo a Mach 5.

PdV
PdV
5 years ago
Reply to  Spaturno

Commento meraviglioso, ogni volta che scrivi capisco perché l’universo ti ha premiato con due fidanzate.

Spaturno
Spaturno
5 years ago
Reply to  PdV

*aveva premiato :°|

Cicci
Cicci
5 years ago
Reply to  Spaturno

Parzialmente d’accordo. Se ci provi ti ammazzano veramente, o almeno ci provano, purtroppo l’ho visto succedere. Un mese di ospedale, confermata l’aggressione nemmeno un ordine restrittivo. Alcune se la cantano e se la suonano da sole, altre hanno le loro ragioni ad annusare il pericolo

Spaturno
Spaturno
5 years ago
Reply to  Cicci

Indeed. In quei casi è una prigonia di cui liberarsi, facendo appello a famiglia, amici, legge. E’ per questo che bisogna riconoscere situazioni simili PRIMA che si fossilizzino fino a quel punto. Difficilmente cose così accadono dopo una settimana.

AntisessistaLove
AntisessistaLove
5 years ago

Victor voglio dartela oraaaaaaa! Grandeeeeeeee

Emme
Emme
5 years ago

Condivido molto di quello che hai scritto, non tutto.
Sì è giusto di tanto in tanto ripetere le leggi basilari per un rapporto sano, ma non saltare su due piedi a conclusioni soprattutto con il ” se la sono cercata”.
Mi reputo una donna intelligente, ho un lavoro che mi soddisfa, una famiglia che mi appoggia e molte persone su cui poter contare.
Eppure, anche io in passato ho avuto accanto un coglione.
Non presentava nessuno dei “sintomi” da te elencati, quantomeno non inizialmente.
Il suo “distaccarmi da tutti” è avvenuto in maniera pacata e un pezzo alla volta.
La svolta per me è stata quando ha cercato di mettermi contro ai miei genitori.
L’ho mollato e mi sono presa un pugno; eravamo in auto, gli stavo dicendo che tra me e lui non c’era Ragione di andare avanti e in tutta risposta ha deciso di alzare le mani, prendendomi fortunatamente in una gamba, non in faccia – ho i riflessi buoni ;)

Mi sono sentita stupida.
Ho analizzato più volte la situazione eppure tutti questi “incipit” di cui tutti trattano non li ho visti, così mi sono sentita ancora più stupida.
Se avessi avuto persone intorno a me che mi avessero canzonato il “te la sei cercata” mi sarei sentita ancora più imbecille e la mia ripresa sarebbe stata sicuramente più lenta.

Mi sento intelligente e forte. Eppure quella volta non lo sono stata.
Non voglio compassione, la schifo e avrei schifato ancora di più me stessa se ne avessi ricevuta.
Non voglio sentirmi dire che “me la sono cercata” perché metterebbe in dubbio il mio essere e la mia intelligenza.
Ho fatto un errore di valutazione? sicuramente.

Non ho la soluzione in tasca. Credo che nessuno ce l’abbia.
Ripeto quello che ho scritto all’inizio, approvo molto di quello scritto, trovo sia giusto ripetere le regole base dei rapporti sani, detto questo, non approvo la gogna per chi, si è trovat* in queste situazioni.

Peace&Love 💜

Mascetti Evoluto
Mascetti Evoluto
5 years ago

Che dire… Sei una mente superiore che tocca certi argometi con una profondità di cose che potrebbro apparire banali ma che banali non sono…90 Minuti di applausi

KappaC
KappaC
5 years ago

92 minuti di applausi

Gattara
Gattara
5 years ago

Amen. Responsabilizzare è la cosa migliore. Anche perché non si possono cambiare gli altri, ma solo i propri comportamenti in relazione agli stessi. C’è proprio una falla nel modo di pensare delle femministe! Anche le varie campagne sul body shaming sono pensate in modo stupido… Se sei insicura perché senti che la forma del tuo corpo non è socialmente accettata, non cambierà la tua situazione pubblicando foto in intimo su una pagina Facebook nella speranza di ricevere commenti incoraggianti (si tratta pur sempre di validazioni provenienti dall’esterno!)

Leggendo i commenti prima del mio ho notato che si sono fatti esempi di situazioni limite (ragazze con esperienze pregresse di violenza/disturbi) e mi viene da pensare che si basino un po’ su un tipo di persona disfunzionale stereotipata.
Nel mio piccolo ho visto ragazze dichiaratamente femministe e istruite insieme a uomini possessivi e violenti. Una di queste ha subito una violenza… E l’anno dopo è tornata a letto con lo stesso uomo. Eppure segue Freeda e legge libri femministi.

Ale
Ale
5 years ago

Bel pezzo, ma imho non hai preso in considerazione due fattori:

1) L’innamoramento. Da innamorati si perde completamente il lume della ragione, e purtroppo non possiamo decidere di chi innamorarci.
2) Le donne hanno in generale tanti di quei buchi emotivi e paure, specie ai giorni nostri, che sono proprio questi individui possessivi e intrusivi quelli più adatti a loro. Se pensi che la donna media possa trovare più felicità con uno strasicuro di sé, che ne cambia una alla settimana e non ha alcun tipo di gelosia, rispetto al tamarro complessato che ogni tanto esagera con comportamenti al limite della violenza… ti sbagli di grosso.

Uma mulher comum
Uma mulher comum
5 years ago

Odio questo argomento perché finisco sempre per incazzarmi (con le donne).
Questo commento mi ha particolarmente turbata: “ Dove le vedi tutte queste donne al potere o anche solo indipendenti ed autonome? Sono gran poche, come ammetti anche tu. E allora che esempi dobbiamo seguire? Non tutte sono istruite e leggono i libri di Chimamanda Ngozi Adichie, ma non significa che allora si meritino di stare con dei mariti del genere. Semplicemente va mostrato loro che certe cose non sono normali e possono essere cambiate”.

A me ne è bastato uno di esempio da seguire: Mia nonna.
Non sapeva né leggere né scrivere figurati se doveva conoscere una donna come Chimamanda Ngozi Adichie per mandare a fanculo il marito quando l’ha massacrata di botte una sera dopo che aveva perso tutto lo stipendio al gioco (soldi di mia nonna dato lui non lavorava). Negli Anni ’70 viveva in un paese in cui o ti sposi o fai la prostituta. Lei si è sposata e ha fatto la fine di tutte le sue conoscenti. A quel punto hai solo due scelte: o accetti o non accetti una vita del genere. Ha preso solo sua figlia lasciando tutto e tutti, ovviamente ripudiata dalla sua stessa famiglia e comunità.

“Una donna viene istruita e plasmata dall’ uomo e dalla sua cultura. Veniamo educate in un mondo in cui l’uomo (malvagio) è al potere.”

Quando sento un cosa del genere penso subito a mia nonna e mi viene da ridere.
Il problema è che non sempre si viene educate dalla propria famiglia, si sentono cose a casaccio e ci si aggrappa ad esse come se fossero un mantra da ripetere ogni giorno senza ragionarci. Tipo: “gli uomini sono tutti stronzi” ..quanto odio questa frase…e più la odio, più la sento dire alle ragazze. La mia famiglia una cosa me l’ha insegnata: Rispettare me stessa. Nessuno ti plasma se non lo permetti. Nessuno ti obbliga a sopportare umiliazioni. Se ti picchiano una volta, ok, non è colpa tua ( I segnali ci sono ma finché non ci sbatti il muso fingi che non esistano), ma se permetti che accada una seconda volta, si, è colpa tua.
Immagino già i commenti tipo “ eh..non tutti hanno degli esempi del genere in famiglia”. Non credo sia importante avere degli esempi da seguire ma piuttosto essere educate ed educare ad avere autostima. Sembra così banale ma posso dire con certezza di non conoscere nessuna ragazza con il giusto livello di amor proprio. Mi fa tristezza. E’ ovvio che l’argomento è delicato e che ci sono tante sfumature da tener conto ma da quello che ho capito la storia si rivolge a noi ragazze normalissime, con genitori normali, libere di viaggiare, studiare e fare il lavoro che si vuole.

Quindi caro PdV..tutto questo per dire che sono assolutamente d’accordo con te e che tua sorella è fortunata ad avere un fratello che le aprirà gli occhi alla realtà.

Spartaco
Spartaco
5 years ago

Io ovviamente arrivo sempre tardi a commentare e magari non lo leggerà nessuno. In buona parte sono d’accordo con te PdV, ma su alcune cose non sono affatto d’accordo. Per esempio sui “segnali”. Molte persone tengono un comportamento totalmente diverso in pubblico/privato, tanto che alle volte una ragazza che racconta quello che è successo nel privato non viene creduta (perchè lui ha fatto amicizia con gli amici suoi), e ti sto parlando di una persona che conosco. Secondo poi, io quando mi incazzo urlo. Urlo alla tv, urlo al divano, bestemmio sulle storie di instagram, ma nonostante questo non mi sono mai permesso di urlare in faccia ad una ragazza e ti assicuro che l’idea di alzare le mani su una donna non mi è mai passata nemmeno per l’anticamera del cervello. Il responsabilizzare è giusto, ma poi ci sono talmente tante situazioni differenti che non si possono prevedere. Certo, se sei una ragazza di 15 anni appena uscita dalla discoteca con un vestito girofica, forse prima di seguire (da sola) un gruppo di 4 ragazzi che non conosci in parco buio dovresti pensarci un cazzo di minuto (fatto avvenuto qualche tempo fa). Tuttavia come fai a prevedere che il ragazzo perfetto si trasformi in un fottuto animale se non ha mai mostrato segni di instabilità/violenza?
Le istituzioni d’altro canto fanno finta di niente. Una ragazza che conosco si mette con uno, lui inizia ad usarle violenza sia fisica che psicologica, le lo giustifica per un po’, poi lo lascia. Lui inizia a stalkerarla, la segue, le fa le poste e lei ottiene un ordine restrittivo. Lui se ne fotte. Lei trova un nuovo ragazzo, dolce, gentile, fantastico e si innamora. Lui (l’ex) lo scopre, aspetta il nuovo ragazzo sotto casa e lo massacra di botte. Va in galera per qualche mese e nel frattempo loro scappano perchè hanno paura. Appena uscito lmex inizia a cercarli, e li rintraccia in spagna (non so come dato che avevano cancellato social e tagliato i ponti con tutti). L’ex arriva in Spagna, fuori di testa, e mena finchè non si è sfogato. Risultato: morte per emorragie interne multiple. Ora l’ex è latitante.
Respinsabilizzare è giusto ma andrebbe fatto anche con le istituzioni, che dovrebbero prendere questi animali, metterli dentro e poi tenerceli. Anziché stare a sparare cazzate in tv e istituire il femminicidio (che poi se una donna ammazza un’altra donna è comunque femminicidio?) alimentando sostanzialmente l’idea che la vita di una donna vale di più perchè è più debole di un uomo, pensassero a prendere sul serio le denunce e fare qualcosa in merito, anziché mandare una pattuglia a dire “eh ma non ha ancora fatto niente di male, le fa solo le poste sotto casa” evitiamo di aspettare che succeda qualcosa…

Fabio Lord
Fabio Lord
5 years ago

Bell’articolo. Infatti nell’ultimo paragrafo ho il tuo stesso pensiero.

Avendo molte amiche e mi raccontano le loro storie che a me poco importa di senrtile le blocco sul nascere dicendo se quel ragazzo non ti da felicità lascialo tanto nel mondo c’è ne sono tanti altri migliori.

Poi se tu non hai coraggio allora sono cavoli tuoi

Polanemico
Polanemico
5 years ago

Hai ragione quando dici che la donna deve cogliere gli atteggiamenti, macroscopici e per niente celati, di violenza, ma dici una cacata gigante infilando la gelosia nelle motivazioni, la gelosia è normale quando tieni ad una persona e questa tiene a te, è normale sia in lui che in lei, è la gelosia è chiaramente uno stimolo forte, a cui il violento reagisce in maniera violenta e primordiale, ma non è la causa di violenza. Se uno vede che la propria partner dà segnali di disponibilità o considerati tali, non è un crimine usare la parola per esprimere dissenso, e te lo dice uno alto, grosso, che ha fatto sport da combattimento e che come sfogo più forte alla gelosia ha di andarsene a soffrire da solo, a volte per sempre, dopo aver cercato inutilmente di parlare, un cattivo che pesterebbe chiunque stesse facendo del male a qualcuno che non si può difendere, donna, anziano, bambino o animale, un cattivo vegano non perché non gli piaccia la carne ma perché non può accettare di nutrirsi di un innocente ucciso. Basta con questa storia della gelosia, con queste relazioni superficiali tra due single in cui si definisce normale un coinvolgimento minimo e quasi disinteressato, al limite dell’affetto, lasciate vivere chi si ama e vive anche un senso di appartenenza reciproco, dove nessuno dei due vale più dell’altro. Quelli che incolpano la gelosia condividono la stessa miopia dei sessisti e delle femministe, un violento lo è a prescindere, ed anche un non violento, solo che il primo userà la gelosia, l’invidia, il desiderio di rivalsa, il senso di ingiustizia, il vittimismo etc sfogandosi violentemente, mentre il secondo cercherebbe di parlarne, semplicemente parlarne.

trackback
5 years ago

[…] Nell’ultima storia ho scritto le regole per cui una donna dovrebbe mollare un uomo all’inizio di una relazione. […]

Pseudonimo improbabi
Pseudonimo improbabi
5 years ago

Dove ci si può candidare per essere mantenuto da Beer & Wine?

Innucere
Innucere
5 years ago

Sono una di quelle che ha tirato fuori le palle (in questo periodo, dopo oltre trent’anni, mi sto separando da un uomo passivo /aggressivo e nello stesso tempo buono, disponibile e aperto). “Dall’alto” della mia in nucere indipendenza mi permetto di chiarire un po’ di cose :
– ringrazio il cielo di essere abbastanza vecchia da aver respirato aria di femminismo in gioventù, sia in famiglia che fuori, che mi ha resa forte e indipendente (di natura sarei una geisha), capisco quindi l’asservimento di molte donne di oggi a una mentalità maschilista nei confronti della quale a loro non è stata data, come a me, la possibilità di sviluppare anticorpi. A questo proposito dovresti avere abbastanza onestà intellettuale da riconoscere che tu, da parte tua, hai vissuto a fianco di amici e compagni che vivevano una situazione molto diversa dalla tua : tanto da farti percepire immediatamente come “sbagliata” quella in cui vivevi.
– ricordo i casi eclatanti di ragazze che all’uscita dalla discoteca si “infrattano” x limonare un po’ con il tipo conosciuto lì e si trovano violentate dal tipo o, peggio, dal tipo E dai suoi amici (di solito con riprese video dei Cell.). Non dirmi che non è così : ‘ste storie le leggiamo tutti i giorni, però se vuoi dare la colpa alla minigonna….
– infine, cosa più importante, all’epoca delle manifestazioni femministe i ragazzi, erano spesso a fianco delle donne o, perlomeno, i giovani maschi ne condividevano il pensiero:
OGGI NON ME LO ASPETTEREI PIÙ.
Ecco, soprattutto questo dovrebbe farti pensare

AbcXyz
AbcXyz
5 years ago

Una donna non se la cerca, mai.

AbcXyz
AbcXyz
5 years ago

In parte hai ragione, tutti gli uomini sono stati educati anche da una donna… Tutte le donne devono svegliarsi e capire i segnali se è quando ci sono… Per il resto tutti gli uomini colpevoli sono da condannare. Quindi come sempre a fare la cultura siamo TUTTI…

Faust
Faust
5 years ago

Ho avuto proprio qualche tempo fa alcune discussioni circa il “femminismo” nei commenti di un post su facebook, spiegando che assolutamente sono contro il maschilismo, ma che non bisogna essere “femministe” (purtroppo la stragrande maggioranza sono le new Age, penso la prima categoria che tu citi sia del tutto sparita al giorno d’oggi) ma semmai anti- sessisti.
Ovviamente sono stato assalito.
Per fortuna c’è chi dà voce a ciò che penso, probabilmente in maniera migliore di quanto possa fare io.
Solo applausi.

anestesia totale
anestesia totale
4 years ago

Ciao, non ho mai commentato su questo blog, ma lo leggo ogni tanto da due anni a questa parte. Cioè più o meno da un’uscita che abbiamo avuto, abbastanza dimenticabile (quando la scintilla non c’è non c’è), di cui infatti mi è rimasto soprattutto il ricordo del tuo blog, che avevi citato. Mi ha incuriosita, e in effetti è divertente, a tratti con riflessioni davvero apprezzabili, e una scrittura originale e bella. Insomma, è un po’ come sentire un amico che ti racconta le ultime, ma con un po’ di poesia.
Alla luce dei recenti avvenimenti, però, mi è ritornato in mente questo tuo post. La prima volta che mi era capitato sotto gli occhi non sono neanche riuscita a finirlo, ora, con un po’ di curiosità e stimoli in più l’ho letto tutto. Mentre prima pensavo fosse interamente orripilante, adesso credo ci siano dei messaggi corretti fasciati da una quantità di rosicamento di culo talmente grande da uscire pericolosamente distorti. Non ti conosco e non so della tua educazione, ma sono assolutamente certa che la tua mentalità si basi su una mancanza di informazione abissale. Tu parti dalle tue esperienze e conoscenze personali come se fossero considerabili un criterio universale su cui giudicare la società e le sue problematiche nella loro interezza. Il fatto che tu possa riportare 10 o 90 esempi non è minimamente indicativo su numeri incredibilmente più grandi. Se alcune donne, grazie a dio dopo decenni di lotte, al giorno d’oggi riescono ad ottenere alcune posizioni di potere – per altro faticando il doppio di un uomo (hello, funzione di cura anyone?), ottenendo spesso la metà della ricompensa e dei meriti – non è assolutamente sufficiente per dichiarare la società (italiana, ma globale) libera finalmente dall’influenza del patriarcato. Anzi. È un contentino facile da darsi per chi preferisce chiudere gli occhi e crogiolarsi nella propria bolla, piuttosto che confrontarsi non solo con la realtà del mondo, ma con i propri schemi mentali falsati (purtroppo spesso non per colpe personali). Il diritto di voto, la possibilità di perseguire gli studi e quasi tutte le cariche lavorative per le donne non è un automatico sinonimo di salute della società, fermarsi qui è francamente volutamente miope, oltre che ridicolo di fronte all’attualità che dimostra il contrario.
Il fatto che tu riesca ad arroventarti le palle dopo quel messaggio essenzialmente corretto in cui ti si indicava la giusta prospettiva che potenzialmente sei già in grado di considerare dimostra esattamente quanto siamo immersi nella cultura maschilista. Tu citi le femministe (una…) “old school”, e allora dovresti sapere bene che proprio loro cominciarono la battaglia, ancora mai conclusa, contro la cultura del patriarcato che pervade la società. Il succo sostanziale del tuo post, poi, in realtà è anche corretto ed apprezzabile, ossia elencare le tipologie di sotto-uomini e di atteggiamenti fin da subito da evitare. Sorvolerò sul tuo agghiacciante tentativo di affermare che sono le vittime a scegliere i carnefici (mannaggia a queste femministe sempre a far le vittime, così emozionali), perché oltre a far rabbrividire è così sbagliato da tutti i punti di vista sociologici, antropologici e psicologici che si ritorna al famoso discorso dell’ignoranza, quindi quasi perdonabile nella sua tenera stupidità. Comunque sia, il nocciolo del discorso, seppur trasmesso malissimo, era relativamente onesto: questi sono i messaggi importanti da promuovere per le ragazze (E I RAGAZZI) prima ancora che si trovino in situazioni potenzialmente pericolose, con la responsabilizzazione che questo comporta (così come altrettanta consapevolezza e supporto deve essere diffuso per chi purtroppo in quelle situazioni che sembrano trappole è già cadut* dentro).
Però, perché secondo te certe donne trovano così difficile stare lontano da certi sotto-uomini e perché queste sotto-categorie di maschio sono così? Perché, ahimé, certe donne son proprio cretine, magari son pure bionde e allora ciao? Perché cosa ci vuoi fare, l’uomo è una bestia, il cacciatore, alcuni proprio l’istinto primitivo non riescono a controllarlo? Beh, se dobbiamo vederla così allora abbandoniamo qualsiasi prospettiva di progresso della civiltà e anzi, lasciamoci regredire finché non risaliamo sugli alberi.
Mi permetto, però, di suggerirti che forse la verità è un’altra, che forse non siamo tutti (a vari livelli) casi persi: la cultura, l’ambiente sociale è ciò che costruisce la forma mentis di ognuno. Quindi sì, tutti noi viviamo in un grado più o meno consapevole di influenza culturale, dove questa cultura predominante ha ancora per molti aspetti tratti del patriarcato. La tua invettiva contro le femministe, pur cercando di far passare messaggi relativamente positivi, ne è l’esempio perfetto. La problematica della normalizzazione della violenza esiste (e non dall’ultima ora tra l’altro) e ne siamo tutti vittime più o meno inconsapevoli. Se non si accetta l’esistenza di questa cultura, di questa struttura della società da combattere allora tutti i messaggi lanciati saranno solo come lanciare un sassolino nel vuoto cosmico. Parlando per estremi, prendere la violenza come data e inevitabile è sbagliato, un semplice studio di pratiche genocidiarie e terroristiche lo dimostra: l’unico modo che l’uomo ha per portare avanti la violenza più estrema (omicidio e simili) è disumanizzarsi. E qui non cadiamo nel vittimismo o nella deresponsabilizzaizone. Accettare che la cultura della violenza in cui ci troviamo dipenda in gran parte ancora da schemi patriarcali che ancora subiamo fin dalla nascita è il punto di partenza per l’azione individuale di responsabilizzazione, così come per il tentativo collettivo di cambiamento. Anche perché l’obiettivo dovrebbe essere rendere la necessità di questi elenchi, allarmi e simili sempre minore, ovvero puntare a una società in cui una donna (ma anche un uomo) non debba vivere camminando sulle uova (walking on eggshells, non so se si dice anche in italiano, scusa) per cercare di evitare un potenziale criminale.
Il fatto che tu non sia un diretto fautore della “cultura dello stupro” non ti sottrae neanche solo minimamente dal tuo ruolo di partecipe, così come non sottrae neanche me, o mia madre o tua nonna. È un po’ come se tu votassi per un politico estremista, che poi si trasforma in dittatore e fa fuori un’intera popolazione per poi dire “eh ma mica sono stato io a fucilare quelle persone”. Ovviamente il livello di responsabilità qui è diverso, ma negare l’esistenza di un problema (problema tra l’altro, quello della cultura dello stupro, su cui sono stai prodotti studi accademicamente riconosciuti da una ventina d’anni, ben prima degli articoli di Buzzfeed e Huffpo), come immagino ben saprai, ti rende, seppur in minor parte, altrettanto partecipe.
Probabilmente questo è solo un inutile mettere i puntini sulle i, però, veramente, vedere nel 2019 (2020) ancora persone (uomini, ma a volte ahimè anche donne e si ritorna all’influenza culturale e all’odio di sé interiorizzato) convinte che la lotta sia finita, la società sta da dio e le donne devono calmarsi mi fa un tantino perdere la brocca.
Concludo qui il mio TedTalk, che tra l’altro vorrei specificare non è assolutamente un attacco personale (ripeto, non ti conosco), ma una considerazione generale che le tue parole mi hanno suscitato e non mi sono riuscita a trattenere dal non esprimere.

Frankiegraziano77
Frankiegraziano77
4 years ago

articolo eccellente! Complimenti

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