Firenze.Venerdì sera.Mezzanotte.Bar scrauso ma accogliente. 5 ragazzi e 5 ragazze sono seduti in cerchio, attorno ad un tavolo imbandito di alcolici di varia natura. Nessuno di loro sa che questa sarà la loro ultima serata tutti insieme, prima della quarantena. La condensa si arrampica sulle pareti dei bicchieri pieni di gin tonic mentre ognuno dei ragazzi, a turno, racconta un’esperienza della propria vita ad alto impatto emotivo. Ovviamente il gioco

Ok, ok, questa storia non è mia, ma di Jim Jefferies. È una storia vera, poco conosciuta, mai tradotta in italiano e che mi ha quasi provocato una crisi d’asma da quanto m’ha fatto ridere. Non potevo non tradurla. Buona lettura.

Cover image by Luis Quiles   [Prologo] Firenze, ore 18:31. L’app di Tinder vuole dirmi qualcosa. Tinder: “È nato Tinder Social!!” Io: “Che cazzo è Tinder Social?” Tinder: “Tinder Social è come Tinder, ma per i gruppi!” Io: “Cioè, chat di gruppo con tipe sconosciute?” Tinder: “Sì!” Victor: “TINDER ORA TI FA CHATTARE IN GRUPPO CON LE AMERICANE DOBBIAMO FARE UN’ORGIA SUBITO” Io: “Ven via, è una cazzata, non funzionerà mai.” Tinder: “Non

Il problema fondamentale di questa città è che è grande quanto il buco del culo di un Chihuahua.  Se esci con due ragazze, prima o poi te le ritroverai entrambe nello stesso locale. E’ matematico. Quando ti ritrovi in queste situazioni, devi saper prendere decisioni rapide in condizioni di stress, come farebbe un soldato ben addestrato. Il mio allenamento consiste nel guardare 3 serie di Brazzers e 2 di How I Met Your Mother alla